Può un personaggio Disney come Zio Paperone vestire i panni dello speaker radiofonico e avere un grande seguito? Certo che sì, soprattutto se a raccontare queste vicende è proprio un fumetto di settore. Nel numero 3381 di Topolino Magazine, infatti, è uscita “Zio Paperone e i consigli proficui“, una storia che crea un vero e proprio parallelismo tra il mondo del fumetto e della radiofonia.
Zio Paperone è lo speaker del Calisota, lo sceneggiatore: “La radio permette di usare la fantasia”
La storia “Zio Paperone e i consigli proficui” è stata scritta da Carlo Panaro e disegnata da Ottavia Panaro. Prima di scoprire cosa ci ha detto lo sceneggiatore, ripercorriamo la vicenda. Tutto inizia durante una cena con amici e colleghi, quando a Paperon de’ Paperoni viene offerto di lavorare in un network radiofonico di spessore, Radio Calisota, per condurre una rubrica in cui elargire consigli sul risparmio.
Fin da subito, lo zione è seguitissimo e amatissimo persino dai suoi rivali, che tentano (invano) con alcuni sotterfugi di rubargli qualche suggerimento per anticiparlo su possibili affari. Abbiamo letto la storia e ci siamo parecchio incuriositi, così abbiamo contattato Carlo Panaro per scoprire come mai Zio Paperone è diventato uno speaker radiofonico.
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Benvenuto Carlo. Come mai hai deciso di realizzare una storia in cui Zio Paperone diventa speaker radiofonico?
“Come i lettori di Topolino Magazine sapranno, i personaggi Disney sono estremamente versatili, hanno la possibilità di vivere tantissime avventure ed essere usati in ambiti diversi. Di storie su Zio Paperone ne sono state scritte tante, in cui magari si cimenta con gli affari o sfide con i suoi antagonisti, come i Bassotti, Rockerduck, Amelia e tanti altri.
Avevo pensato di far vivere a Zio Paperone una storia un po’ diversa dal solito, nella quale però fosse sempre lui, un personaggio legato al mondo degli affari, all’economia e a un suo vissuto quotidiano. Qualcosa che, comunque, potesse permettergli di dispensare la sua grande conoscenza nel mondo affaristico e, più in generale, dell’economia attraverso un mezzo di comunicazione che lo mettesse in contatto con tanta gente, in modo tale che i suoi consigli potessero essere a portata non solo di personaggi a lui vicini come Paperino, ma di tutti quanti.
In questo caso mi è venuta l’idea che un collega di Zio Paperone fosse proprietario di un network radiofonico di ampia portata, che abbracciasse l’intero stato del Calisota, dove si trova Paperopoli, e che potesse dare a Paperone un’opportunità di diffondere il suo sapere economico attraverso un mezzo raggiungibile da tutti. Volevo dare la possibilità a Zio Paperone di interagire con gli ascoltatori e intrattenere simpaticamente con battute o qualche modo spiritoso di conversare e, nello stesso tempo, dare consigli di natura economica, che appunto fanno parte della sua vita.”
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In questa storia vediamo che il programma di Zio Paperone ha un grande successo, tanto da diventare un appuntamento fisso – caratteristica più nota per la televisione meno per la radio. Per realizzare “Zio Paperone e i consigli proficui” ti sei basato molto sull’ascolto radiofonico? E tu che tipo di ascoltatore sei?
“Amo la radio perché, secondo me, a differenza della tv e degli altri mezzi tecnologici moderni, permette di utilizzare maggiormente la fantasia, di ascoltare delle voci e dei programmi comodamente a casa propria o in un altro luogo e, nello stesso tempo, di fantasticare. Non hai l’immagine fissa davanti a te, non sai qual è l’aspetto fisico della persona e in che ambiente sta sviluppando un certo tipo di programma: lo immagini.
Quindi hai la possibilità di guardare con gli occhi della mente uno studio o un conduttore che sta presentando un programma. La radio, rispetto alla televisione, offre la possibilità di spaziare maggiormente con la fantasia: la tv ti mette tutto davanti, con le immagini già complete; la radio invece ti fa sentire delle voci e il resto lo devi immaginare. Seguo la radio abbastanza frequentemente e con piacere.”
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L’intreccio che dà l’avvio alla storia è una cena tra amici e colleghi in cui si parla di affari, segno che comunque la radio ha un’impostazione molto conviviale, perché appunto il programma radiofonico nasce dopo che un direttore nota determinate capacità in Zio Paperone. Secondo te, la radio è ancora una cara amica?
“Sì, perché attraverso i vari programmi c’è la possibilità di un colloquio tra ascoltatore e conduttore, che magari i programmi televisivi non permettono. Parlo di programmi radiofonici in cui c’è il radioascoltatore che telefona e ha direttamente una risposta da un conduttore o un ospite della trasmissione: c’è la possibilità di colloquiare attraverso la radio.”
Topolino Magazine parla peculiarmente, ma non esclusivamente, a un pubblico giovanile. La radio può essere o è ancora un medium per giovani?
“Secondo me lo è ancora, meno rispetto agli anni Ottanta. Però penso che i giovani possano ascoltare la radio tranquillamente, magari anche con l’ausilio di mezzi di comunicazione più alla loro portata, più vicini alla loro età, come il computer, il podcast o mezzi simili che permettono di sviluppare e interagire con la radio. Sì, la radio può essere alla portata dei giovani.”
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Intervista a cura di Angelo Andrea Vegliante
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