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Il 2020 sarà l’anno perfetto per le web radio? Forse

today18 Novembre 2019

Sfondo

Per chi – come il sottoscritto – proviene dal mondo delle web radio, questa può risultare una domanda ossessiva. Lo abbiamo detto e appurato più volte: siamo di fronte a realtà facenti parte di una vera e propria rivoluzione culturale nel mondo della comunicazione. Grazie a esse, abbiamo costruito architravi comunicativi creativi, lungimiranti e impressionanti, che hanno dato anche – in parte – l’avvio al mondo del podcasting. Insomma, le web radio sono necessarie e rilevanti per i nostri tempi, causa ed effetto di alcuni processi evolutivi non indifferenti. Basti pensare, ad esempio, alla modalità d’ascolto, che ha contribuito a generare applicazioni per smartphone. Assodato questo, possiamo sperare che il 2020 sarà l’anno d’emersione per le web radio?

Cosa si intende per emersione delle web radio?

Chiariamo subito un punto: in questa sede, ’emergere’ assumere un significato mainstream. Si intende, cioè, arrivare al grande pubblico, in questo caso il bacino d’utenza più ampio dell’ascolto medio italiano. Cosa che, attualmente, sembra molto complicato per le emittenti prettamente online, che scelgono quindi di crearsi una nicchia di pubblico. Dunque, nonostante ormai queste realtà siano presenti ormai da anni nel sistema radiofonico del Paese, non riescono a emergere e a confermarsi come poli informativi, contenutistici e d’intrattenimento rilevanti a tutto tondo? Per quattro motivi.

Come sono definite?

Sul piano giuridico, c’è un dato oggettivo che crea un muro, la cui distruzione permetterebbe un cambia di passo importante in primis nella consapevolezza del mezzo. Sostanzialmente, quando ascoltiamo un emittente in Rete, ci stiamo interfacciando con “normalissimi fornitori di contenuti attraverso rete telematica” (definizione AGCOM). Giuridicamente parlando, quindi, le web radio non sono riconosciute come emittenti radiofoniche vere e proprie. Ciò comporta conseguenze culturali particolari, mettendo le web radio sullo stesso piano di un semplice sito d’informazione.

Investitori, assemble!

Com’era prevedibile, dobbiamo affrontare anche la questione commerciale – un punto di vista che gli addetti ai lavori conoscono fin troppo bene. Tuttavia, per ora, a noi interessano le figure degli investitori, i quali attualmente (non tutti eh, nella maggior parte) considerano le radio in Rete non utili al 100% per i loro scopi. Come cambiare questa tendenza? Realizzando maggiore cultura sull’investimento online, soprattutto relazionato alla radiofonia. Spiegare (con risultati e dati alla mano) il grande impatto che, oggi come oggi, le web radio possono avere sugli ascoltatori. Ciò permetterebbe anche un’evoluzione secondaria, cioè quello di creare un nuovo modo di fare pubblicità, che potrebbe nascere proprio da queste realtà.

Proporre contenuti verticali

Bisogna essere onesti. Gli investitori non sono l’unico ingranaggio di questa catena. Anche noi, in quanto web radio, dobbiamo fare un’analisi interna. Prima di tutto, capire se la nostra sia un’emittente veramente rilevante. Come facciamo a desumerlo? Misurandoci con il contesto. Ormai lo sappiamo come fosse un mantra: l’online ha aperto le porte a tutti (ma veramente a tutti), creando una pluralità di voci non indifferente. La conseguenza più devastante per l’offerta contemporanea è stata la determinazione di un ambiente saturo di realtà (molto spesso con poche caratteristiche originali).

Perciò, una prima componente che potrebbe far evolvere la propria emittente è la verticalità. Basti pensare a progetti come Radio Veg, Radio Colore e Radio Sverso: ognuna di esse ha una particolarità verticale, esprimendo potenzialità enormi. La chiave? Per ora, concentrarsi su un’unica tematica. La prossima evoluzione in tal senso potrebbe comportare la ramificazione di un determinato argomento, per esempio. Ma intanto, bisognerebbe smetterla di ‘scimmiottare’ i grandi network.

Far entrare le web radio in tutte le auto

In questo caso, il concetto è abbastanza sbrigativo. Esistono le prime auto che acchiappano la rete Internet e la irradiano mentre si guida. In questo modo, c’è possibilità di aumentare la possibilità di ascoltare le emittenti in Rete. Questa dinamica, tuttavia, è ancora in fase primordiale. La speranza è di non essere spettatori di un’evoluzione importante con carattere elitario, cioè riservata solo a determinate audio dai costi esagitati.

web radio in auto

Il 2020 sarà l’anno giusto per le web radio?

Sì, no, cioè forse. L’attuale contesto italiano (dal quale sta emergendo anche il fenomeno DAB) non dà troppi elementi per consegnare un’ipotesi concreta. Tuttavia, se lavorassimo all’unisono su quei quattro punti, il vento potrebbe realmente soffiare a favore (finalmente) delle web radio.

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Articolo di Angelo Andrea Vegliante

Scritto da: Angelo Andrea Vegliante

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