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Un’idea chiamata “talent scout radiofonico”

today4 Giugno 2018 1

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Il talent scout non ha bisogno di troppe presentazioni. Il nome stesso fa riferimento a una persona in grado di ricercare talenti per il settore in cui opera. Il Cecchetto della situazione, per intenderci. Più in generale, possiamo fare riferimento al calcio: una figura professionale che si aggira per tutto il mondo alla ricerca dei nuovi Cristiano Ronaldo, Messi e Salah. Anche perché non basta mettere un annuncio su una bacheca per un lavoro come quello del calciatore.

La Radio, un ambiente tutt’altro che semplice

Tale discorso vale anche per il mondo radiofonico. È raro trovare il cartello “cercasi speaker” a firma delle grandi realtà nazionali e locali. Prima di ogni salto lungo, c’è la gavetta. Poi, c’è chi ha più “fortuna” di altri, ma c’è comunque un percorso che va al di là della normale prassi lavorativa.

Dunque, tra i molti che si spintonano per trovare un posto davanti al microfono, serpeggia la stessa domanda: “Ma come si fa a entrare in questi ambienti?”. Le risposte sono tante, alcune delle quali anche maligne, ma con un fondo di verità. Sta di fatto, però, che più passa il tempo, più manca un vero e proprio punto di raccordo tra le emittenti e il vivaio radiofonico italiano.

Una nuova professione: il talent scout

In tempi di continua evoluzione tecnologica, dove i più giovani trovano molto spazio di espressione nel web (a fronte però di un guadagno pari a zero e in un contesto sociale sempre più incerto), servono risposte più concrete. Perché non si vive solo di gavetta e, il più delle volte, questa non viene nemmeno concessa, nonostante un ampio background di settore. Cos’è che manca? Un vero e proprio punto di collegamento tra l’azienda e il vivaio.

Creare il talent scout aziendale, quindi, potrebbe essere una soluzione plausibile e innovativa, sotto molti punti di vista. Si andrebbe a formare una figura professionale ad hoc in grado di ascoltare e scovare i nuovi talenti del futuro. E con talenti non intendiamo persone che siano solamente brave al microfono, ma che abbiano la giusta abnegazione per il percorso che si pone di fronte a loro. Altrimenti, che talento sarebbe?

talent-scout-consulenza-radioUn lavoro che aiuterebbe tutti

Può darsi che alcune emittenti abbiano già adottato questa tecnica, ma il più delle volte sono gli stessi speaker delle grandi realtà a vestire i panni del talent e a cercare qualche voce. Solo che, a conti fatti, si lasciano nell’oblio tante altre voci che non hanno quei collegamenti per farsi notare. Perché sì, è cosa buona e giusta crearsi una propria cerchia di contatti, ma un giovane speaker dovrebbe potersi giocare le proprie chance anche se “non conosce nessuno”.

Questo è dato dal fatto che nel mare magnum dell’online, le web radio pullulano, e con esse tante voci che portano avanti il desiderio di entrare nelle aziende che contano. Dunque, uno speaker affermato vestito da scopritore di talenti può essere una strada intrigante, ma di certo non può essere considerata la sua mansione principale. Un contesto che potrebbe solo essere negativo per il vivaio radiofonico, creando una competizione negativa e perfida tra i “piccoli” speaker.

Una figura di collegamento

Il talent scout vero e proprio, invece, sarebbe una soluzione che metterebbe a freno parecchie lingue (e anche malelingue). Oltre a essere un punto di contatto diretto con le aziende, diverrebbe un primo filtro per i direttori artistici che, ogni giorno, ricevono tonnellate di mail contenenti curricula e demo – il più delle volte non avendo il tempo di studiarne attentamente neanche la metà.

Si tratterebbe anche del primo collegamento alla luce del sole, per tutti. Le radio avrebbero (finalmente) le porte aperte, anche in termini di possibilità. Ogni giovane professionista potrebbe giocarsi le proprie carte, venendo valutato unicamente sulle proprie qualità, sul proprio background e sulla propria perseveranza.

Il talent scout: background radiofonico e interesse per il web

Ovviamente, questa figura lavorativa non dovrebbe distanziarsi troppo da chi conosce il mezzo radiofonico. Si tratta di una personalità dalla grande cultura di settore, che conosca l’attuale campionario di voci presente nell’etere italiano e sappia seguire i trend del momento. Non di meno, dovrebbe essere ben integrato con la linea editoriale dell’azienda e saper interagire alla perfezione con quello che il proprio direttore artistico vuole creare.

D’altra parte, però, dovrebbe gestire il campionario delle numerose web radio in circolazione. Senza lasciare nulla al caso, ma andando a studiare anche quelle meno conosciute, in quanto anche nell’angolo più remoto del web si potrebbe nascondere un talento.

Insomma, saremo di fronte a un arbitro in grado di saper gestire una mole di lavoro non indifferente, a cui andrebbe dedicata maggiore attenzione. Questo non solo per aumentare le possibilità lavorative di tutti, ma per incentivare l’ascolto del vivaio italiano radiofonico, attualmente molto vivo. Tutto ciò anche a fronte delle enormi discussioni riguardo lo svecchiamento della radiofonia italiana, che ci portiamo avanti da troppo tempo.

Consulenza Radiofonica, la professionalità On Air

Articolo a cura di Angelo Andrea Vegliante

Scritto da: Angelo Andrea Vegliante

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