Vivere con la radio: quanto guadagna uno speaker radiofonico?
È arrivato il momento di fare qualche conto in tasca: quanto guadagna uno speaker radiofonico in un'emittente nazionale, locale e web?
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Il podcast è la nuova frontiera dello streaming musicale. Qual è il segreto del successo di questa forma di comunicazione che attinge dal passato recente, ma guarda al futuro: le qualità del podcasting.
Il podcast ricorda quel paio di jeans che inizialmente nessuno voleva indossare improvvisamente tornato di moda. Il mezzo di comunicazione, infatti, nella sua totalità, esiste dai primi anni Duemila: ha fatto breccia nella nostra esistenza con la messa in commercio dell’iPod Nano. Infatti, il suffisso “pod” deriva proprio da quello specifico lettore Mp3 che, all’epoca, cambiò la routine di moltissimi in fatto di ascolto musicale. Il podcast non è altro che un file audio scaricabile sul proprio smartphone ( o qualunque altro dispositivo) attraverso piattaforme dedicate sul Web.
È possibile utilizzare questo spazio per la fruizione e la diffusione di programmi radiofonici: la tendenza è andata sviluppandosi principalmente nell’ultimo decennio. Prima i podcast venivano utilizzati per rendere fruibili le repliche delle puntate di un dato format, molte emittenti FM hanno fatto da apri-pista a questa consuetudine. L’espansione del podcasting, ossia la tendenza a utilizzare spazi audio ben precisi per veicolare contenuti personali e personalizzabili, è invece dovuta all’emancipazione del singolo. Sempre più personalità, non soltanto nel mondo dell’FM, hanno sentito l’esigenza di crearsi uno spazio proprio: magari in grado di approfondire una determinata materia o un settore poco conosciuto, o più semplicemente per mettersi alla prova sotto un’altra veste. Questa necessità ha fatto sì che ovunque – non solo in Europa – il podcast stia vivendo una vera e propria “età dell’oro”.
Questo lo dobbiamo, innanzitutto, a due fattori: un podcast è composto principalmente da puntate – o ritagli – in forma libera. Vengono meno le strutture canoniche di talk che troviamo nell’FM o nelle Web radio. Il podcast può essere gestibile e plasmabile a seconda delle proprie esigenze, in base a quello che vogliamo far passare cambierà la struttura del nostro prodotto. Solitamente troviamo sempre il tappeto musicale con uno o più speaker che parlano, ma stavolta possiamo gestire la situazione in maniera diversa. L’altro fattore determinante (e per alcuni apprezzabile) è che i podcast non sono necessariamente in diretta. Infatti, chiunque possieda un canale dove veicola il proprio lavoro ha la possibilità di caricare gli estratti per poi farli ascoltare adattati e modificati a seconda delle proprie esigenze: si elimina così l’ansia da prestazione, che spesso attanaglia molti, e le costrizioni che frequentemente caratterizzano una chiacchierata live. Nei podcast, così come in radio, si predilige la breve durata. Il tempo, però, non è un diktat a differenza di quanto avviene nell’etere radiofonico. Vale a dire che un contenuto più breve sarà più accattivante, ma l’utente può essere libero di far durare il proprio prodotto quanto ritiene opportuno.
La differenza la fanno i contenuti, per questo con l’aumento della domanda è cresciuta anche l’offerta: lo sviluppo e la crescita del podcasting hanno fatto sì che il gigante dello streaming musicale, Spotify, abbia acquistato Gimlet Media (la più importante casa di produzione podcast nel mondo) per circa 200 milioni di dollari. Il dato sottolinea come l’interesse per questa “nuova” forma di comunicazione sia a livello globale. L’intrattenimento muta nella forma, ma non nella sostanza: il podcast non è altro che un’appendice sensibile alla nostra tradizione. Una sorta di surplus che ‘coccola’ il pubblico con pillole di vario genere: si passa dai racconti audio all’informazione, dal teatro – con le principali tragedie e commedie lette e riproposte – allo show più elaborato, fino al divertimento con la comicità irriverente di alcuni esponenti del Varietà.
Siamo passati da circa 850.000 persone nel 2015 a 2,7 milioni alla fine del 2019. Tutti utenti che scaricano, seguono, condividono, apprezzano e denigrano podcast. I dati continuano a crescere: nel 2020 i podcast attivi sono stati più di 1.750.000, con oltre 43 milioni e mezzo di episodi. Nessuno li ignora, ormai. Questo è l’importante: la comunicazione ha trovato un altro canale. Una nuova via capace di espandersi ulteriormente. Esistono, ad oggi, moltissime piattaforme da cui attingere: le più famose sono Apple Podcast, Spreaker e Google Podcasts. Recentemente si è aggiunta Audible, appartenente ad Amazon. Il colosso di Bezos, infatti, non poteva lasciarsi sfuggire questo mercato promettente. Il podcasting spinge i professionisti a guardare oltre e gli amatori a costruirsi una propria vetrina: basta avere la giusta ambizione e una buona idea in testa, oltre – naturalmente – a una connessione Internet affidabile.
Articolo a cura di Andrea Desideri
Scritto da: Andrea Desideri
È arrivato il momento di fare qualche conto in tasca: quanto guadagna uno speaker radiofonico in un'emittente nazionale, locale e web?
today4 Gennaio 2021
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