Il coronavirus è entrato nelle nostre case senza bussare, così si è dimostrato un ospite indesiderato.
Ha superato le barriere della nostra mente – le ha penetrate – arrivando direttamente al cervello. Ha cambiato le nostre abitudini, ci ha messo davanti a una paura finora ignota. Ha una forza incredibile questo virus invisibile, una forza tale da riuscire a stravolgere le nostre esistenze. Ma non solo negativamente. Secondo una recente indagine, infatti, al tempo del coronavirus l’informazione ha fatto importanti balzi in avanti. A partire da quella radiofonica.
Perfetti consumatori
Il 9 marzo 2020 verrà ricordato come il giorno del cambiamento. L’Italia si è riscoperta unita più della storica Unità, fioriscono flashmob dai balconi, canti degli uccelli in gabbia e la voglia di sapere cosa accade al di là degli occhi si fa pressante. Da quando il maledetto COVID-19 si è diffuso ampiamente nel nostro Paese gli italiani hanno dovuto rimettere al tempo la propria quotidianità. Questo cambiamento ha determinato ovvi e importanti risvolti nelle abitudini delle persone viste come consumatori. A tale proposito Havas Media ha realizzato un’indagine quantitativa che fotografa il periodo a partire dal weekend relativo alla settimana del cambiamento.
Tutti infor(n)ati
Così gli italiani hanno infornato dolci come mai prima, con la dieta alimentare sostituita da quella dell’informazione. Lo studio ha dimostrato che la dieta dell’informazione ha chiamato a raccolta una fetta significativa di casi rappresentativi della nostra nazione. Ha chiesto loro quant’è cambiata l’abitudine e l’ha quantificata in un atteso 85,6% del campione. Interessante notare come il maggiore cambiamento sia stato quello delle relazioni, anche se è nell’ambito dell’informazione che si registra la svolta. Non a caso, il 25% degli intervistati ha dichiarato di aver aumentato la durata dell’ascolto della radio distribuito non più col drive time ma, appunto, con l’informazione. Una presenza costante ogni ora, fondamentale, imprescindibile in un momento come questo. Interessante è notare anche l’aumento delle interazioni con le trasmissioni in diretta: il caso coronavirus, la quarantena, le giornate che sembrano non passare mai chiusi in casa sono gli argomenti trattati. È qui che i grandi mezzi puntano favorendo gli interventi telefonici e vocali tramite le app di messagistica istantanea.
La radio fatta in casa
Non è un dolce, la radio, ma è pur sempre fatta in casa. Nell’ambito professionale la ricerca dimostra che il 42% del campione si applica con lo smart working: si aprono così le occasioni per dedicarsi alla messa a punto di uno studio di registrazione o – più semplicemente – di un piccolo angolo dal quale trasmettere in diretta in questo periodo di emergenza. In tal senso abbiamo visto i casi di diverse radio nazionali – oltre che locali – che non si sono fermate ma hanno fatto di necessità virtù. Si sono così create delle diverse Media Experience at home.
Non male anche la Tv che, vivendo di ascolti straordinari, rappresenta un’alternativa alla programmazione lineare quando è on-demand. Quindi il 46% degli intervistati ha aumentato la visione di serie tv/film dall’inizio della quarantena.
L’informazione at home con il consulente per le radio
Abbiamo capito quanto sia difficile uscire da questa emergenza sanitaria. Ma insieme, rispettando le regole, si può. Siamo certi che anche la tua emittente abbia preso provvedimenti per mettere in sicurezza i conduttori. Ma se cerchi suggerimenti su come trasmettere da casa o qualsiasi altra cosa anche relativa allo smart working, contatta Consulenza Radiofonica. Nella nostra sezione Contatti trovi tutte le informazioni utili. Scopri inoltre i Servizi dello staff di Consulenza Radiofonica e per restare aggiornato sui temi legati all’universo radiofonico resta sintonizzato sui contenuti del nostro blog.