Una Radio vicinissima al Sole per studiarne le caratteristiche. Non è fantascienza, bensì realtà. Stiamo parlando dell’RPW (Radio and Plasma Waves), una Radio piuttosto particolare: ha tre antenne di 6,5 metri l’una, consuma 15 watt e misura le onde elettromagnetiche ed elettrostatiche nel vento solare. Fa parte della strumentazione di cui è fornito il Solar Orbiter, la sonda dell’ESA (European Space Agency). Tale progetto è stato lanciato lo scorso 10 febbraio alle 05:03 da Cape Canaveral (Florida, USA) e ci aiuterà a capire meglio come funziona il Sole.
Una Radio al Sole, c’è un po’ d’Italia
Secondo quanto riporta Il Quotidiano del Sud, questo particolare progetto radiofonico avrà un protagonista italiano: Antonio Vecchio, fisico 42enne di Cosenza, che si occuperà della calibrazione del ricevitore radio e dell’analisi dei dati scientifici raccolti. In passato ha fatto parte anche dell’iniziativa che ha portato alla realizzazione della prima fotografia di un buco nero e della missione cinese Chang-e4 per l’esplorazione del lato nascosto della Luna.
Oggi, invece, è “co-Investigator e supervisore – specifica in un’intervista della testata giornalistica -. Uno dei miei compiti è stato anche quello di capire quanto lo strumento stesso influenzi la misura che ottiene. E, ovviamente, insieme al team composto da professionisti di diverse competenze e estrazioni, testare il ricevitore per renderlo pronto alle condizioni in cui opera, tenendo conto degli sbalzi di temperatura e dei limiti di potenza che ci sono stati imposti”. Una chiacchierata nella quale Vecchio ha anche spiegato alcune specifiche di questa speciale Radio. “La nostra radio è tarata tra +65 e -40 gradi centigradi – sottolinea -. L’intero satellite ha uno scudo termico, che resiste a 500 gradi. Arriverà a 42 milioni di km di distanza dal Sole, un po’ più vicino di Mercurio”.
Radio, cosa farà il Solar Orbiter
Come detto poc’anzi, la Radio and Plasma Waves è solo una parte della sonda Solar Orbiter. Ma qual è il suo scopo? “Studiare il Sole – dichiara il fisico -. E capire come i fenomeni da esso generati influenzano lo spazio nel sistema solare e la Terra. La grossa influenza del Sole sulla Terra, al di là del clima, è evidente in fenomeni come le aurore boreali, generate dall’emissione da parte del Sole di particelle molto energetiche. Parliamo di una missione complessa, la prima di classe M per l’ESA”. Una missione che permetterà anche di “osservare per la prima volta i poli della stella”. La durata del progetto? “Sette anni in tutto. Ci metterà due anni per raggiungere l’orbita che abbiamo previsto, perché dovrà sfruttare la gravità di Venere e della Terra”. Insomma, nel 2027 sentiremo ancora parlare di questa Radio al Sole.
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Articolo a cura di Angelo Andrea Vegliante
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