La radio e la guerra in Ucraina: come possiamo fare informazione?
today7 Aprile 2022
Anche la radio sta giocando un ruolo fondamentale nella guerra in Ucraina, sia nella narrazione sia nell’essere una cassa di risonanza con lo specifico intento di chiedere l’immediato stop del conflitto. Basti pensare al caso della BBC News, emittente britannica che ha riacceso la radio a onde corte per quattro ore al giorno con lo scopo di trasmettere il suo notiziario internazionale in modo tale che le notizie potessero arrivare sia in Ucraina sia in Russia.
O ancora, sottolineiamo quanto accaduto venerdì 4 marzo 2022, alle ore 8:45 italiane, quando 150 radio europee in più di 25 Paesi – su iniziativa della European Broadcasting Union (EBU) – hanno trasmesso in simultanea il brano “Give Peace a Chance” di John Lennon e Yoko Ono a sostegno dell’Ucraina. Insomma, la radio sa adattarsi a ogni situazione e a ogni obiettivo, sebbene ha le potenzialità per garantire anche una precisa informazione sui fatti, anche nel caso di emittenti locali e web. Ma in che modo?
Radio e guerra in Ucraina: alcuni suggerimenti su come fare informazione
Obiettivamente, non tutte le radio italiane hanno la possibilità di raccontare il conflitto russo-ucraino alla stessa maniera. Esistono redazioni che hanno un organico tale da permettersi inviati sul campo, o comunque il team è formato da reporter di guerra che, già prima dell’invasione russa, erano all’interno del territorio ucraino a raccogliere e diffondere informazioni: possibilità che non sono alla portata di ogni singola emittente esistente nello Stivale.
Come se non bastasse poi, entra in gioco anche la componente economica, soprattutto per le radio locali e le emittenti web: è molto raro trovare redazioni di queste realtà che hanno previsto specifici budget per raccontare un conflitto. Per fare un esempio, alcune di queste aziende vivono grazie allo sforzo e al tempo di volontari, persone che prestano le proprie capacità – molte delle quali in erba – alla causa radiofonica. E dunque, anche se l’emittente è famosa e riconosciuta nel territorio di riferimento, rischia di non essere in grado di garantire una corretta informazione sul tema.
La radio che racconta la guerra in Ucraina richiede impegno, conoscenza e soprattutto… investimenti. Un triangolo concettuale che spesso viene a mancare in emittenti di piccole dimensioni. Eppure parlare di guerra in Ucraina è possibile, anche in situazioni precarie e complesse, anche se formalmente la distanza dal conflitto è notevole. Come? Abbiamo 3 suggerimenti in materia.
1 – Creazione di grafiche sui social
Oggi le persone passano molto tempo sui social media a informarsi. Basterebbe questa frase ad aprire un enorme dibattito etico su come il mondo della comunicazione dovrebbe riappropriarsi del proprio ruolo di divulgatore informativo, ma in questa sede ci serve sottolineare una cosa: visto che i social network sono una consolidata realtà, tanto vale sfruttarla per inseguire determinati obiettivi.
Se una radio locale o web non riesce a parlare della guerra in Ucraina in tempo reale per mancanza di risorse, allora potrebbe realizzare grafiche socialad hoc in cui spiegare alcuni dettagli del conflitto oppure indagare su alcuni elementi condivisi online per comprendere se siano reali o portatori di fake news. In questo modo, un’emittente emergerebbe per chiarezza d’informazione, tanto da diventare un account social da seguire a tutti i costi – con tanti benefici per il brand marketing.
2 – Mandare in onda podcast di inviati di guerra
Svariati giornalisti italiani stanno lavorando duramente sul campo per diffondere le informazioni principali sulla guerra in Ucraina, anche attraverso la realizzazione di podcast indipendenti che vengono rilasciati su piattaforme dedicate. Qui potrebbe celarsi l’opportunità di parlare del conflitto attraverso la voce di chi sta sul campo, realizzando una collaborazione commerciale con l’inviato di guerra che potrebbe, da una parte, concedere spezzoni del proprio podcast per i radiogiornali di un’emittente e, dall’altra, essere ospite delle trasmissioni quotidiane.
3 – Realizzare specifici approfondimenti geopolitici con esperti
L’abitudine a essere informati così velocemente ci ha fatto dimenticare l’importanza di approfondire con cautela e tranquillità un determinato tema. Un fenomeno diffuso che trova i propri sintomi nel mondo online: ognuno è esperto sul tema, ma nella verità dei fatti quasi nessuno sa cos’è accaduto prima dell’invasione russa. Anche in questo caso, la radio può giocare un ruolo di peso.
Una delle soluzioni più idonee per fare informazione sulla guerra in Ucraina potrebbe essere realizzare una rubrica settimanale di un’ora (o anche più) con esperti del settore, per conoscere i dettagli della guerra in Ucraina su cui evitiamo di soffermarci: cosa accadde prima del febbraio 2022? Perché si parla di stato cuscinetto? Perché Crimea e Donbass sono state citate numerose volte? Insomma, essere un punto di riferimento come solo la radio sa esserlo.
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