Interviste

Alessia Pellegrino, l’avvocato speaker: “In udienza simulo la diretta radio”

today8 Luglio 2019

Sfondo

Chi l’ha detto che lo speaker passa ore in studio? Alessia Pellegrino è l’inviata speciale di Dimensione Suono Roma, un vero e proprio asso nella manica dell’emittente in onda su “La Sveglia dei Gladiatori” di Ignazio Failla e Geppo, che abbiamo imparato in una vecchia chiacchierata. All’interno della trasmissione, Alessia Pellegrino è un’infiltrata, con rubriche particolari. I suoi interventi più noti riguardano le conversazioni nei bar romani, ma c’è anche dell’altro. Ad esempio, La Futura Sindaca di Roma” (risolve i problemi della Capitale con soluzioni improbabili) e Quore battiquore” (risposte strampalate a questioni amorose). Un vero e proprio ‘tornado’ che abbiamo avuto il piacere di intervistare.

Alessia Pellegrino, il tuo è un ruolo molto particolare, anche perché sembra non essere più sfruttato nel mondo della radiofonia come un tempo.

“Non si trova molto spesso in radio. Qualcuno lo considerato riduttivo, ma per me è quello più particolare. Poi sono a Dimensione Suono Roma, non sono in una talk radio, non è che abbia tanto tempo per esporre un concetto o far dire la propria a chi ‘intervisto’. È tutto molto concentrato. Ho come tempo massimo 3 minuti, altrimenti il direttore mi caccia [ride]. In questo tempo, devo dare una notizia legata al nostro territorio e creare una sinergia con la persona che mi è accanto, e che non so cosa andrà a dire. Il tutto in collegamento con due pazzi in studio, Geppo e Ignazio, che hanno una chiacchiera niente male. La mission è regalare un sorriso a tutti i romani imbestialiti di primo mattino, e non è facile. Amo questo ruolo, talvolta mi sta stretto perché tendenzialmente sarei anche una conduttrice, ma mi diverte tantissimo. Mi permette di conoscere tantissime persone. In quei pochi minuti, si crea un legame di simpatia, delle volte ci sentiamo con i vari bar: ho questa cosa che scrocco la colazione e vengo molto invidiata [ride]. Sono la radio nei bar, e mi sento fortunata in questo, perché rappresento Dimensione Suono Roma e non sono relegata all’interno di uno studio radiofonico, che sarebbe bellissimo lo stesso [ride]. Poi sono particolarmente orgogliosa del sondaggione. Era un sondaggio a cui non mi rispondeva nessuno. Nonostante ciò, lo abbiamo tenuto nel tempo, e ora le risposte arrivano. L’affetto e il riscontro degli ascoltatori mi fanno sentire parte della trasmissione. Ed è assurdo, perché faccio solo tre minuti, ma il contatto continuo con il pubblico e la sintonia in studio con Geppo e Ignazio, ha fatto sì che si creasse un rapporto di affetto con gli ascoltatori”.

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A proposito del tuo tempo in trasmissione: qual è la ricetta che ti sei data per restare nei minuti che ti vengono concessi?

“Non c’è una ricetta. Vado molto a intuito e sensazione, dipende molto dalla persona che interviene in diretta con me. Non tutti siamo uguali, non tutti siamo pronti a parlare davanti un microfono. L’escamotage che ho trovato sta nel fatto che ho notato una difficoltà emotiva negli ospiti di fronte a cuffie e microfono, non essendo abituati a parlare in radio. Allora ho tolto le cuffie radiofoniche (un sacrilegio per me) e ho preso le cuffie del telefonino, così da consentire di sentirsi più a loro agio, come fosse una telefonata. Quindi tre minuti variano, non c’è una durata fissa per la notizia o per la risposta. Sono bravissimi Geppo e Ignazio a capire l’andamento dell’intervento e io ho l’abilità di capire se la persona che ho di fronte avrà difficoltà nell’esporre un concetto, se sarà divertente o noioso, e intervenire quand’è necessario”.

Nella tua quotidianità, ti guadagni da vivere nell’avvocatura. Trovo che lo speaker e l’avvocato siano due lavori un po’ agli antipodi. Come mai questo dualismo in te?

“Ti sbagli. Sono due professioni socialmente considerate in modo diverso, ma io trovo tantissime similitudini. Ti faccio un esempio banale. Durante un’udienza, hai di fronte un giudice e la controparte e devi esporre le tue ragioni, lo devi fare in maniera convincente, catturando l’attenzione, scegliendo le parole più adatte. Accanto hai una controparte e non sai cosa dirà, come succede a me con chi ho nel bar. Ma devo essere pronta a replicare, a integrare e a interagire con essa. Certo, per il resto sono due mondi completamente diversi, ma l’udienza è una piccola diretta radiofonica. E io, che amo la radio e un po’ meno l’avvocatura, affronto le mie giornate da avvocato con questa illusione mentale: mi racconto che sto andando in onda”.

Per il futuro professionale, Alessia Pellegrino spera di arrivare a una conduzione di un programma?

“Sono grata della possibilità e dell’occasione che mi è stata data da Dimensione Suono Roma: è una realtà pulita nell’animo e nel rispetto della professionalità altrui. Sono molto contenta di rappresentarli. È chiaro, però, che per una malata di radio come me, il ruolo dell’inviata, divertente e appagante, è ‘poco’, perché vorrei sempre di più. Mi auguro di arrivare alla conduzione di un programma d’intrattenimento, magari a Dimensione Suono Roma, sarebbe il massimo”.

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Intervista ad Alessia Pellegrino a cura di Angelo Andrea Vegliante

Scritto da: Angelo Andrea Vegliante

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