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“Tik Tok”, uso e consumo del social media nel contesto radiofonico e musicale

today21 Ottobre 2020

Sfondo

C’è chi lo critica, chi lo ritiene un passatempo per adolescenti, chi addirittura lo osteggia (si veda il caso Trump negli USA) e chi, invece, sta cominciando a pensare possa essere una risorsa culturale, sociale ed economica. Si tratta di “TikTok”, uno degli ultimi social media, che ha spopolato in Cina e si sta espandendo in tutto il mondo. Successo dovuto alla sua immediatezza e alla sua semplicità nell’utilizzo.

Si possono fare video brevi con della musica di accompagnamento (una sorta di colonna sonora molto asciugata) e utilizzare diverse tecniche di montaggio all’avanguardia con dei filtri dedicati: un social media nato per i più giovani – che inizialmente ci si divertivano con le cosiddette challenge (ovvero sfide, balletti e movimenti da replicare a tempo di musica) e i duetti. Un’ulteriore possibilità di aggregazione, in particolare durante la pandemia.

Il COVID-19, infatti, suo malgrado, si è dimostrato essere un grande alleato di “TikTok” e delle risorse streaming in generale: i dati parlano chiaro, durante la pandemia – anche se questa tendenza stava prendendo piede già da qualche tempo prima – è cambiato il modo di ascoltare la musica. I social media che veicolano brani, oppure video musicali, hanno registrato un considerevole aumento di utilizzo che ha portato ad una maggiore e più omogenea (salvo eccezioni, in tal caso chiedere al Pakistan che ha messo un veto ai TikTokers perhè veicolerebbero contenuti indecenti e immorali) fruizione.

“TikTok”, il social media dei giovani al servizio di radio ed etichette discografiche

 

Il mercato parla chiaro: da giugno 2020 si attesta un 80% nell’utilizzo del seguente ritrovato telematico. Numeri che rapportati al precedente 67% hanno fatto drizzare le antenne – è il caso di dirlo – ad etichette musicali ed emittenti radiofoniche. Non è un caso, infatti, se anche in Italia – subito dopo il lockdown – le radio più conosciute (da Deejay a 105, passando per RTL e M2o) hanno iniziato a utilizzare “TikTok” in maniera più frequente.

Il pioniere di questo nuovo utilizzo del social in questione è stato David Guetta che, abilmente, ha notato l’opportunità e ci si è buttato a capofitto. Infatti, il noto dj e producer ha fatto uscire l’11 settembre “Let’s Love”: il nuovo progetto musicale con Sia ha garantito le preview del singolo già cinque giorni prima dell’uscita ufficiale. Questo “antipasto musicale” ha generato un traffico non indifferente, giovani e meno giovani utilizzavano “TikTok” con quella determinata canzone: pochi secondi, un minuto al massimo. In attesa della versione completa che sarebbe arrivata in rotazione pochi giorni dopo su tutte le radio e i dispositivi, quanto basta per creare un tormentone musicale da abbinare a balletti e siparietti umoristici.

“TikTok”, il retroscena diventa mainstream: come abbattere la quarta parete

TikTok radio

Un successo, oggi, si crea così: è per questo – e per l’abilità di comunicatori e social media manager – che il brano ha ottenuto in poco tempo ben 55 milioni di video correlati sulla piattaforma in tutto il mondo, che significano like, significano commenti, che portano condivisioni e download. Quindi guadagno. Allora le emittenti principali, non solo in Italia, stanno studiando metodi promozionali appositi per lanciare artisti e campagne pubblicitarie con questo particolare media a loro dedicate.

“TikTok” è il nuovo ‘oppio dei popoli’ e la risorsa dei radioamatori, oltre ai professionisti, più esperti: non stupitevi, infatti, se durante una diretta radiofonica – che molto spesso va anche in onda in televisione – contemporaneamente lo speaker parla al microfono e afferra il proprio smartphone per riprendersi accompagnato da diverse canzoni e altrettanti effetti. L’idea è quella di creare un film perenne che coinvolga gli utenti nella maniera più immediata e genuina possibile: l’auspicio è garantire un accesso – democratico e alla portata di tutti – negli studi radiofonici e musicali per qualche istante.

“TikTok” apre le porte al nuovo villaggio globale

Il retroscena diventa mainstream, perché attendere che la luce rossa si accenda (prima di un talk piuttosto che di una canzone o un’esibizione live) oggi non basta più. Ne sanno qualcosa Ed Sheeran, Mahmood, Alessandra Amoroso e Master KG. I loro tormentoni, in correlazione ad un hashtag di riferimento, hanno animato la Rete e “TikTok” per mesi.

Allora, anche i DJ diventano registi di sé stessi e abbattono ulteriormente la quarta parete: se al cinema si andava al di là del ciak, in radio e negli studi di registrazione la nuova ambizione è intrufolarsi oltre il vetro di fonici e selezionatori musicali. Il concetto di diretta sta cominciando ad allargarsi e a diventare metalinguistico e metatestuale fino ad accarezzare il metafisico ancor più verso quella fluidità di cui ha sempre parlato Mcluhan. Che non conosceva “TikTok”, ma ha saputo aprire le porte al villaggio globale racchiuso, attualmente, nell’estro e la lungimiranza di Alex Zhu e Luyu Yang. Capaci di ridisegnare domanda e offerta dell’etere radiotelevisivo con la dirompenza di due sillabe.

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Articolo a cura di Andrea Desideri

 

 

 

 

Scritto da: Andrea Desideri

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