Senza usare troppi fronzoli, una demo radiofonica è il biglietto da visita di uno speaker. Quando un giovane alle prime armi vuole candidarsi come conduttore presso un’azienda radiofonica, in allegato a un curriculum vitae deve presentare una demo professionale, così da mostrare le sue capacità di fronte al microfono. In pratica, è la prima faccia con la quale ci facciamo conoscere ai direttori artistici, si mette in gioco la vostra professionalità, e quindi è bene conoscere alcuni aspetti basilari che ruotano attorno ad essa.
Perché fare una demo?
La domanda può sembrare ovvia, ma è sempre bene mettere le cose in chiaro. Poniamo il fatto che tu abbia scelto la radio alla quale proporti. Tra le mani hai il tuo curriculum vitae con le ultime esperienze, una lettera di presentazione dove spieghi cos’hai fatto nelle emittenti precedenti e una foto che ti ritrae davanti al microfono. Bene, invii tutto il materiale al direttore di turno e, dopo due mesi, non ricevi nessuna risposta. Come mai? Semplice, manca l’elemento fondamentale che interessa veramente a chi riceve la tua candidatura: la tua voce. Senza una demo radiofonica, nessuno ti chiamerà a scatola chiusa, soprattutto se sei un giovane che si propone per la prima volta all’FM.
Come strutturare una demo?
La prima cosa da fare è scegliere un argomento: ti consigliamo una notizia o una curiosità di cui hai padronanza, così da essere sicuro di te durante tutta la registrazione della demo. Non strafare, l’importante è che tu faccia notare come sai gestire un tema di fronte al microfono. Dopo di che, comincia a creare una struttura della demo su un pezzo di carta. Ad esempio:
Talk inizio (intervento di apertura, nella quale non devono mancare il titolo del programma, il nome della radio, il tuo nome, i contatti e l’argomento della puntata, con durata massima di 30/40 secondi);
- Music utility (intervento nel quale parli sopra l’outro di una canzone e l’intro di quella successiva, snocciolando in massimo 15/20 secondi una breve curiosità);
- Teaser (l’intervento prima della pubblicità, nel quale in massimo 5 secondi presenti l’argomento successivo);
- Talk argomento (intervento nel quale parli esclusivamente della notizia che hai scelto prima di registrare, in massimo un minuto).
Questo è un esempio di “demo generalista”, in quanto – per sua natura – non è una registrazione audio da cui emerge una particolare tipologia di radio. Mettiamo caso che tu voglia proporti come speaker per una radio di flusso: in quel caso, la tua demo dovrà porre maggiore attenzione alla “Music utility”. Di contro, se vuoi diventare un conduttore di una radio parlata, la tua demo dovrà essere efficace nel “Talk argomento”.
Inoltre, tieni a mente un principio basilare: non tutti i direttori artistici dedicano molto tempo per ascoltare le tantissime registrazioni che arrivano nella sua mail. Quindi fa sì che il tuo biglietto da visita duri dai 2 ai 3 minuti e sia il più accattivante possibile.
Registra con noi la tua demo
Anzitutto, possiamo tranquillamente affermare che è possibile registrare una demo anche in casa: basta uno smartphone, un programma di audio editing al computer e il gioco è fatto. Certo, tutto molto bello, però il risultato finale non ti garantirà un file audio professionale: la tua voce potrebbe risultare gracchiata oppure la tua dizione potrebbe venir falsata. Per questo, noi di Consulenza Radiofonica abbiamo un servizio dedicato alla registrazione della tua demo. Potrai usufruire di studi professionali dove incidere il tuo prodotto audio, sotto la supervisione di tecnici esperti in campo radiofonico. Scopri come contattandoci.
Consulenza Radiofonica, la professionalità On Air
Articolo a cura di Angelo Andrea Vegliante
I commenti sono chiusi.