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Che cos’è RadioGPT, come funziona e perché non possiamo ignorarla

today12 Maggio 2023

Sfondo

L’intelligenza artificiale è sempre più presente nelle nostre vite e, mentre il Parlamento Europeo valuta come influenzi la società, tra opportunità e minacce, ci si interroga su come sfruttare l’IA ed integrarla nei sistemi esistenti. Che una nuova tecnologia possa avvicinarsi irrimediabilmente all’attività svolta da un essere umano, tanto da diventare quasi indistinguibile, sorprende e fa un po’ paura. Certo, rifiutare il progresso tecnologico o considerarlo un gioco sono due estremi che non producono vantaggi per nessuno. Si potrebbe piuttosto pensare a come capirne fino in fondo le caratteristiche e le potenzialità, in modo da operare scelte consapevoli e farne un uso appropriato. Sono tante le sfere della nostra vita che possono prestarsi all’applicazione dell’intelligenza artificiale, ma è lecito a questo punto domandarsi come questa possa cambiare il mondo della radio partendo da una piccola grande rivoluzione: RadioGPT.

Che cos’è RadioGPT

radiogpt intelligenza artificialeRadioGPT è un nuovo software rivoluzionario il cui algoritmo è capace di generare discorsi realistici e produrre diversi tipi di contenuti, tanto da confezionare un intero palinsesto radiofonico. Sviluppato dalla società americana Futuri Media, RadioGPT usa il machine learning per analizzare e ricreare le disposizioni dei discorsi umani in un modo che non era mai stato utilizzato prima. Questa svolta tecnologica, secondo gli sviluppatori, potrebbe permettere di gestire gran parte del lavoro svolto da autori e presentatori nelle emittenti radiofoniche. Stando alle dichiarazioni del CEO di Futuri, Daniel Anstandig, l’obiettivo di RadioGPT non è quello di competere con le radio, bensì di salvarle: “Ciò che vogliamo fare è aumentare la capacità delle emittenti di riempire la programmazione con più contenuti live e locali” – ha affermato.

Come funziona RadioGPT?

RadioGPT utilizza la tecnologia TopicPulse, che scansiona le notizie da fonti sul web e social media per identificare quali argomenti sono di tendenza in un mercato locale. A questo punto la piattaforma crea testi per il mezzo radiofonico che vengono mandati in onda grazie alla tecnologia GPT-3, implementata dalle voci artificiali di ChatGPT, il chatbot che si basa sull’apprendimento automatico. RadioGPT può settare programmi da un minimo di un’ora fino a trasmettere 24/7. È possibile scegliere una o più voci, sia maschili che femminili, per condurre i programmi o addirittura chiedere all’IA di replicare la voce di uno speaker già esistente.

Le potenzialità di RadioGPT possono essere sfruttate in numerose attività. L’intelligenza artificiale può dare notizie, leggere bollettini meteo, occuparsi della viabilità e scrivere lo script di un programma. Ma non finisce qui: scegliendo la voce in onda, la selezione musicale, occupandosi della ricerca di news locali e persino della creazione di post promozionali sui social, RadioGPT può davvero pensare a tutti gli aspetti che servono per creare la propria radio dei sogni.

Per i più scettici, qui è possibile ascoltare con le proprie orecchie lo streaming online di RadioGPT e verificare come i conduttori di intelligenza artificiale sembrino quasi umani. Chi riesce a cogliere la differenza?

L’altro lato della medaglia

AI film spielbergRadioGPT può davvero trasformare l’industria radiofonica, autorizzando le compagnie a tagliare i costi e allo stesso tempo scegliere alcuni, se non tutti, i contenuti di una stazione radio. In questo senso, le dichiarazioni di Daniel Anstandig vanno nella direzione di nuove opportunità per le emittenti di sfruttare RadioGPT per ampliare l’offerta onair, portando la radiofonia a scenari mai visti prima. Un editore può scegliere di utilizzare RadioGPT durante gli spazi vuoti del palinsesto, che mancano di conduzione dal vivo e contenuti locali. 

D’altro canto, però, le preoccupazioni su dove tutto questo possa portare, riguardano soprattutto il valore intrinseco delle professionalità delle radio. Per non parlare del timore di veri e propri licenziamenti e sostituzione delle voci artificiali alle reali figure professionali.

Il timore non è del tutto infondato, ma c’è da dire che più che pensare a come competere con le macchine, i professionisti radiofonici dovrebbero pensare a come valorizzare quelle peculiarità, applicate alla radio, che non possono essere sostituite, che ci rendono cioè esseri umani. Persino i manager di Futuri hanno affermato che l’essere umano continuerà a svolgere un ruolo necessario in alcuni contesti, configurando l’intelligenza artificiale solo come una soluzione in più. Possiamo quindi dormire sogni tranquilli… almeno per il momento.

 

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Scritto da: Elisabetta De Falco

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