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Bada a dove parli! Attenti conduttori radiofonici: i social network sono “pericolosi”

today21 Giugno 2019 1

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Nonostante siano passati oltre dieci anni dalla nascita del primo vero social network si continua a vedere il mondo virtuale diversamente da quello reale, seppure la “vita reale” dimostri di non allontanarsi dalla più grande invenzione di condivisione dell’era tecnologica.

Tanti sono gli esempi citabili, a cominciare da quelli casa nostra, con le continue schermaglie politiche nate come post su Facebook e riprese nella realtà o viceversa. Schermaglie che creano condizioni litigiose verso non-luoghi fastidiosi fatti da inutili battibecchi. Lo sanno Matteo Salvini e Luigi Di Maio, i politici a portata di like; lo sanno i giornalisti che si nutrono di dichiarazioni social per riempire le pagine di giornali o siti web. E lo sanno anche i conduttori radiofonici.

Il caso Danny Baker

Danny Baker è un (ex) conduttore radiofonico dell’emittente britannica BBC 5, licenziato in tronco a seguito di un post sgradito pubblicato sul suo profilo Twitter. L’uomo, infatti, si è permesso di scherzare sulla nascita di Archie, l’ultimo Royal baby britannico – figlio di Harry e Meghan, pubblicando una fotografia in bianco e nero con protagonisti un uomo e una donna vestiti elegantemente mentre tengono per mano un baby scimpanzé altrettanto curato negli abiti. Il tutto accompagnato da una didascalia che poteva ricondurre a pensieri razziali.
Apriti cielo: alla regina Elisabetta deve essere andato di traverso il tè delle cinque dato che Baker in quattro e quattr’otto si è visto recapitare la lettera di goodbye. Probabilmente giunta su Messenger. L’accusa è razzismo – viste le origine africane di Meghan – e a nulla è valso il proverbiale aplomb british per deliberare le scuse su ciò che Baker stesso ha giudicato “un grave errore di giudizio”.

Errori moderni

 

Un errore talmente grossolano da compromettere una lunga carriera giornalistica e radiofonica. Un errore figlio della modernità dalla quale non si torna indietro. La modernità, appunto, quella dei social network: posti accessibili a tutti come fossero parchi gioco dove le attrazioni sono rappresentate dai profili della gente, e non sempre la gente è migliore di quello che cerchi.
Il caso Baker è l’esempio per chiarire che le parole sono importanti, a maggior ragione se utilizzate da comunicatori di professione. I comunicatori devono quindi conoscere luoghi e tempi adatti per esprimere o meno il proprio pensiero.

Bada a “dove” parli, speaker!

Il conduttore radiofonico – nostro evidente punto di riferimento – rappresenta il comunicatore per eccellenza: non può sbagliare con le parole, ecco perché in onda o fuori onda deve prestare la massima attenzione a ciò che dice. Facebook ha assunto i connotati di un tribunale dell’inquisizione, la lapidazione virtuale scatta rapidamente e può procurare seri danni. Proprio per non incappare nell’errore determinante di veder stroncata la carriera oppure non vederla partire affatto per “colpa” di un inutile post su Facebook, ribadiamo che la scelta dei contenuti da pubblicare è importante, le persone fondano un’opinione in base a quello che l’utente pubblica, condividono pericolosamente l’opinione creando altre opinioni concatenate, quindi scelgono di essere con te o contro di te. E la conseguenza può avere gli stessi risvolti rilevati in un faccia a faccia decisionale durante un colloquio di lavoro. Basta pensare ai direttori artistici: prima di arrivare a discussioni contrattuali con un prescelto giovane conduttore “controllano” i profili social per saperne di più.
Il problema è che persa la credibilità è impossibile ritrovarne un pezzettino. Ecco perché mantenere una linea – che sia sempre la stessa – è fondamentale.
Dunque, speaker avvisato microfono salvato. Questo è possibile postarlo su Facebook.

Consulenza Radiofonica – La Professionalità On Air

Scritto da: Consulenza Radiofonica

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