Sempre più spesso si fa questo parallelismo tra le web radio e le palestre, ma siamo sicuri che gli speaker e gli editori di queste realtà radiofoniche perseguano lo stesso obiettivo?
Nel 2018 l’offerta di radio sul web è pressoché illimitata. Se da una parte i grandi network approfittano di internet per lanciare radio musicali tematiche, dall’altra sempre più persone, a fronte di un investimento iniziale più o meno sostanzioso, si lanciano nel mercato della radiofonia con la propria web radio.
Quando questo accade, la prima questione da affrontare in genere è quella di decidere se puntare su una radio musicale o di contenuti. Nella stragrande maggioranza dei casi la scelta ricade sulla prima opzione, sia perché necessita di meno personale, sia perché ha bisogno di meno costi di gestione.
Questa scelta però riduce di molto le possibilità per le persone che vogliono avvicinarsi al mondo della radio, perché le web radio che decidono di puntare sui contenuti – e che quindi hanno bisogno di speaker per riempire il palinsesto – sono di gran lunga meno di quelle musicali.
Tuttavia, da quando le web radio sono una realtà consolidata, è sempre più frequente l’idea di iniziare da queste per “fare palestra”.
Ma chi ha detto che andare in palestra sia necessariamente sinonimo di migliorarsi? Da una parte la differenza la può fare l’approccio di chi sia avvicina alla palestra/web radio, ma è altrettanto
importante avere vicino qualcuno che possa aiutare nel percorso di crescita. Se ci si ferma un attimo a pensare, spesso le persone che si iscrivono ad un centro fitness raramente portano a termine il loro abbonamento e ancor più raramente sono soddisfatte dei risultati che ottengono.
Il più delle volte questo dipende dal fatto che il socio viene abbandonato un po’ a sé stesso, senza un istruttore che segua il suo allenamento e che lo corregga laddove svolga un esercizio in modo sbagliato. In questo modo, dopo qualche mese, per mancanza di risultati si smette di frequentare il centro, o addirittura nei casi peggiori, un esercizio sbagliato o non adeguato può portare ad infortuni più o meno gravi.
Questa è la stessa realtà che lo speaker incontra quando si affaccia al mondo delle web radio. La scelta come abbiamo detto non è tantissima e quindi alla fine si finisce per preferire la radio che concede più libertà e che meglio si addice agli impegni quotidiani. Ma in questo modo, invece che una palestra dove ci iscrive per cercare di allenarsi, la web radio diventa un campo di calcetto o di tennis, dove una volta a settimana si va per distrarsi e sfogare la tensione accumulata durante la giornata.
La maggior parte dei proprietari di web radio di contenuti hanno come principale obiettivo quello di riempire il palinsesto per rientrare dalle spese.
Quindi lo speaker più che per la sua qualità viene visto come una figura utile a versare una quota per raggiungere la cifra necessaria a portare avanti l’attività. Perché, al contrario di quanto si potrebbe pensare, la realtà è che il più delle volte gli speaker devono pagare per garantirsi degli spazi nelle radio web. Non ci sarebbe nulla di sbagliato se a questo fosse accompagnato un processo di crescita. Purtroppo però spesso non è così ed è per questo che il paragone più corretto è quello della partita di calcetto o tennis infrasettimanale. Si paga una quota per sfruttare la struttura per un’ora, ma, se si sbaglia un passaggio o un diritto lungolinea, nessuno lo farà notare e soprattutto nessuno spiegherà come fare meglio la prossima volta.
Si potrebbe pensare che in fin dei conti comunque questo aumenti il bagaglio di esperienza, ma il più delle volte l’esperienza porta con sé un ripetersi di errori che poi sarà ancora più difficile correggere.
Quindi non c’è una soluzione? Andare in onda su una web radio non ha alcun senso?

Non è così. Bisognerebbe rendersi conto che il web è una realtà completamente diversa dall’FM, pertanto anche i contenuti devono essere adeguati al mezzo.
A meno che non sia un’esigenza dell’editore/proprietario, sul web risulta molto più visibile un programma tematico, che, oltre alla diretta, possa sfruttare anche i podcast, riascoltabili in qualsiasi momento ed individuabili sui vari social con un semplice hashtag. Questo aumenta moltissimo la visibilità sia dei contenuti che dello speaker.
Produrre e mettere in onda format di flusso – che per forza di cose somiglieranno a programmi già esistenti in FM – è un grosso rischio, ma può avere senso se quello che si cerca in una web radio è un miglioramento in vista di obiettivi futuri. E qui si torna al problema iniziale della palestra. Come sa chiunque abbia frequentato un centro fitness, se non si riesce ad avere un personal trainer che ti segua durante ogni esercizio, la cosa migliore da fare è cercare un partner che abbia gli stessi obiettivi. Non sarà mai la stessa cosa che avere al proprio fianco un professionista del settore, ma quanto meno, se non c’è rivalità, ci si può aiutare a crescere a vicenda.
Post a cura di Antonio Aversano
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