Radio e calcio: un rapporto che osiamo definire infinito.

Perché è una lunga storia d’amore a testimoniarlo nonostante le ragioni cambino e le opportunità di tradimento diventino numerose. Ma “sentire” piuttosto che “vedere” è affascinante.

La prima volta non si scorda mai

Come la prima volta, quella che non si scorda mai, come fosse il primo bacio dato a occhi chiusi. La prima volta che l’Italia batteva l’Ungheria dopo sette partite. Era il 25 marzo del 1928: la prima radiocronaca italiana di una partita di calcio. Che coincide, appunto, con il 4 a 3 degli azzurri rifilato agli ungheresi.
“Insieme a un numeroso stuolo di amici di circa 80 persone abbiamo ascoltato con entusiasmo e palpitazione lo svolgimento della gara alla quale ci sembrava assistere per la perfetta e precisa audizione”.
Queste parole sono contenute in una lettera che un tifoso – il quale aveva assistito “radiofonicamente” alla partita – inviò al settimanale Radiorario. Qui la radio iniziava a trasmettere il suo enorme fascino legato al calcio. Gli abbonati erano soltanto 4000. Ma qualche anno più tardi superarono il milione.

Il successo della “scatola magica”

Numeri che determinano il successo della “scatola magica”. Ma torniamo al calcio: la radio che mette al centro la parola del calcio narrato diventa un appuntamento ricorrente. La voce del radiocronista unisce, intrattiene, informa e appassiona come mai prima; il radiocronista diventa narratore ufficiale delle fasi del gioco applicandosi con uno stile “rigorosamente sintetico, sostantivi precisi, definizioni esatte, suggestive, pittoresche nella loro sintesi e per la loro fulminea espansione” (Enzo Ferrieri, Manifesto della radio, 1931). A entrare nella storia italiana del genere è Nicolò Carosio, assunto all’Eiar per 250 lire tutto compreso. Carosio inizia raccontando Juventus – Bologna, supera la prova e intraprende una carriera fortunata che lo porta a narrare partite leggendarie. Come Italia – Germania finita 3 a 1 per noi.

Il calcio ogni minuto

Arriviamo al 10 gennaio 1960, qualcuno dice che fossero le 15 e 15: nasce Tutto il Calcio Minuto per Minuto. A inventare la trasmissione più duratura della storia della radio sono Guglielmo Moretti, Roberto Bortoluzzi e Sergio Zavoli. Tante, però, le voci protagoniste a partire da proprio Carosio per passare da Enrico Ameri e Nando Martellini, fino a Emanuele Dotto e Riccardo Cucchi che hanno salutato recentemente. Ma è del rapporto tra radio e calcio che vogliamo parlare. Un rapporto che non solo resiste, ma insiste per essere ancora di più il mezzo mediatico che intercetta le società pallonare. Da qui non vogliamo escludere la televisione, ma abbiamo parlato di fascino radiofonico e continuiamo a sostenerlo.
La più recente collaborazione è quella tra Radio Italia e la Lazio. Fra l’emittente che segue le dirette della nazionale e una delle squadre della Capitale è nato il bisogno di sentirsi uniti attraverso l’immancabile pallone. Come a dire che l’una crea azioni per la distribuzione dell’altra. Un contropiede, un’azione verticale, un lancio da quaranta metri: immaginiamola come vogliamo. Ma è sempre di una coesistenza fondamentale tra calcio e radio che si parla.

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