Il successo di un programma radiofonico può essere incrementato da elementi che fanno da contorno ai contenuti del format, ma che sono altrettanto importanti. Tra gli ingredienti che rendono indimenticabile una trasmissione radiofonica, ad esempio, vi è la sigla, ovvero il brano che segna ufficialmente l’inizio del programma.
La missione principale della sigla è quella di introdurre e identificare il format che sta per andare in onda. In pochi secondi, solitamente meno di un minuto, la sigla deve catturare l’attenzione dell’ascoltatore ergendosi a simbolo del programma che ne sottolinea il carattere e l’impatto sonoro. Una sigla di successo, riesce addirittura a trasformarsi in un vero e proprio tormentone radiofonico, rimanendo indelebile nella mente degli ascoltatori anche a distanza di anni.
A seconda del tipo di format e della linea editoriale dell’emittente la sigla esprime, attraverso la base musicale, parole e/o effetti sonori, l’identità della trasmissione. Può annunciare solo il nome del programma e quello dei conduttori, oppure può comunicare più o meno esplicitamente se si tratta di un programma di intrattenimento, informazione o approfondimento.
Le sigle dei programmi radiofonici sono anche un potente mezzo di storytelling, poiché sono in grado di sollecitare l’ascoltatore creando subito un legame emotivo con i protagonisti dello show. Il ripetersi quotidianamente, inoltre, fa sì che gli ascoltatori più affezionati considerino la sigla come una sorta di colonna sonora di quel particolare momento della giornata in cui si svolge il programma.
Diversi modi di costruire una sigla
Nel realizzare la sigla di un programma radiofonico si può davvero dare spazio alla creatività. Non c’è un solo modo di intendere una sigla, ma bisogna ricordarsi di rimanere estremamente fedeli al carattere dell’emittente e del programma. La parte cantata può essere affidata ad una voce esterna, ma spesso sono i conduttori stessi a prestare la propria voce per caratterizzare maggiormente la sigla.
In alcuni casi si può decidere di utilizzare un brano già conosciuto dal pubblico, cambiando però le parole del testo originario e dando vita ad una nuova canzone, funzionale ai fini della promozione del programma. Questo metodo ha il vantaggio di essere già “a metà strada” nel far sì che l’ascoltatore ricordi facilmente la sigla, e gioca anche sull’effetto sorpresa quando chi ascolta fa caso alle parole, spesso spiritose, che sostituiscono il testo originario.
La sigla radiofonica può anche tornare alla fine del programma come sottofondo ai saluti finali dei conduttori. In questo modo, il motivo delimita maggiormente la fascia oraria di pertinenza del programma.
Ma quali sono le regole da seguire per costruire una sigla vincente?
Alcuni consigli utili
- Individuare il carattere del programma
- Utilizzare un elemento sonoro come punto di partenza per poi sviluppare la base musicale
- Attenersi alla durata massima di 30-40 secondi
- Inserire il nome del programma, della radio e/o dei conduttori
- Utilizzare suoni che possono essere facilmente ricordati
- Spazio all’originalità, ma sempre in linea con l’essenza del programma
Differenza tra sigla e jingle
Attenzione a non fare confusione tra i concetti di “sigla e “jingle”. Entrambi i termini indicano un motivo musicale che può essere composto da una parte musicale, una parte parlata o cantata. Anche il jingle, come la sigla, contiene il nome dell’emittente e identifica la radio che si sta ascoltando. Tuttavia, il jingle è strettamente legato ad una funzione pubblicitaria e di brand identity. Si usa, infatti, sia per indicare un inframezzo inserito tra due brani per identificare l’emittente, sia una base musicale con frasi o effetti sonori per preannunciare uno spot pubblicitario, un progetto o un evento della radio.

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