Sanremo è finito, evviva Sanremo.

Perché l’Amadeus TER è stato ed è un trionfo. E’ stato, perché nei cinque giorni del Festival ha monopolizzato l’attenzione mediatica, ma questo è quasi sempre accaduto, l’attenzione della gente, e questo è anche figlio della voglia di tutti ripartire e tornare a respirare post pandemia, ma soprattutto l’attenzione del mondo della musica. E questa è la vera novità e la vera vittoria di Amadeus. La silenziosa trasformazione del Festival iniziata da qualche anno, è stata pienamente compiuta da Amadeus che ha portato all’Ariston l’attualità musicale, andando a catturare così l’interesse della fascia di pubblico 15-24 anni tradizionalmente lontana da Sanremo. Fotografia di questo, i record su record dei vincitori Mahmood e Blanco su Spotify.

Sia parla già di 2023 per Amadeus

Le canzoni del Festival si ascoltano e le canzoni del Festival fanno audience. Un successo totale per Amadeus, che veleggia vento in poppa verso il poker. “Squadra che vince non si tocca”, dice la Rai. Lui ancora non sale in sella, si riposa dalle fatiche in Riviera e prende tempo. Schermaglie, non immaginiamo un Festival 2023 senza Amadeus. E non immaginiamo un Festival 2023 diverso da quello che abbiamo vissuto nella settimana appena trascorsa, una settimana di felice follia. In quasi 20 anni di presenza al Festival, non ricordo così tanta gente, tanti curiosi, tanto interesse come quest’anno: strade affollate, ristoranti e alberghi sold out, assembramenti davanti agli hotel dei cantanti.

Sembrano racconti dell’era d’oro di Pippo Baudo degli anni ’90 del secolo scorso, sono cronache di questi giorni. Ce li portiamo dietro insieme a ricordi sparsi dello spettacolo tv; la sorpresa, per il grande pubblico, Drusilla Foer, eleganza e ironia naturali; l’altra sorpresa al femminile, simpatia e bravura di Maria Chiara Giannetta; la serata delle cover, energia e voglia di divertirsi al di là di esibizioni più o meno riuscite; il diversamente giovane Morandi, 77 anni, meglio scriverlo sempre per ricordarsi che son davvero questi; il Fantasanremo, la cosa meno seria del mondo presa sul serio da tutti, cantanti in primis, con tanti saluti a Zia Mara. Ci porteremo dietro tutto questo, con la gioia di aver contribuito a raccontarlo alle radio, tornate protagoniste. Perché quando la musica torna al centro di tutto, tornano a brillare anche le radio. E ci piace così.

Articolo a cura di Gerardo De Vivo

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