Interviste

Le voci del passato irrompono nel presente: Awanagana nel palinsesto di Rtl 102.5 Best

today20 Settembre 2022

Sfondo

Citando le parole di una famosa canzone di Antonello Venditti, “Certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano”. Lo sa bene Awanagana, una delle voci che hanno fatto la storia della radiofonia italiana. Figura simbolo della Radio Montecarlo dei decenni passati, dopo una carriera trascorsa tra radio, televisione, cinema, teatro e solidarietà, Awanagana è tornato al microfono con un nuovo progetto targato Rtl 102.5 Best. Si tratta dell’emittente che ripropone tutti i più grandi successi della musica italiana e internazionale, con un parco voci di spessore. Ad accompagnare gli ascoltatori in questo viaggio alla riscoperta di brani indimenticabili, ci sono infatti anche Jocelyn & Alessandra, Gianni De Bernardis e Sergio Mancinelli, che affiancheranno i conduttori già in palinsesto da tempo. Un’occasione anche per le nuove generazioni di capire le origini di quelle canzoni che non appartengono al loro vissuto ma che riescono ancora a creare emozioni e ricordi. Ma anche per assaporare com’è la radio, fatta da chi la faceva un tempo. Cosa si prova però a misurarsi con la contemporaneità e le nuove tecnologie, dopo aver vissuto l’epoca d’oro della radiofonia negli anni Settanta? Ce lo racconta Awanagana in questa intervista per Consulenza Radiofonica.

La tua carriera è partita dalla radio, passando per la televisione, il cinema, il teatro… ma ecco che sei di nuovo davanti al microfono

Tanto lontano dalla radio non si può stare. La televisione e il cinema danno tanto ma hanno altri parametri. La radio è una cosa che quando l’hai conosciuta ti entra dentro e non se ne va più.

Come cominciò la tua avventura alla radio?

awanagana a radiomontecarloCome dico sempre, grazie ad un’epatite virale. A quei tempi abitavo a Parigi, i miei genitori invece erano a Venezia. Ero di rientro dal Medioriente e passai a salutare i miei, ma prima di tornare a Parigi accusai un malore. Dopo due giorni il medico mi disse che dovevo farmi ricoverare perché avevo contratto un’epatite virale. Così trascorsi due mesi in isolamento a Venezia e siccome facevo l’attore nei villaggi turistici mi saltò l’intera stagione estiva. A fine settembre passai per Milano dove mi consigliarono di fare un provino per Radio Montecarlo. L’allora direttore artistico Noel Coutisson mi disse: “della sua vita faccia quel che vuole fino a lunedì alle 17 quando sarà in diretta”. Rimasi spiazzato e cominciai questa avventura non sapendo esattamente cosa ci fosse dietro a un microfono. Facevo la trasmissione con il tecnico, il regista, l’assistente e il programmatore e semplicemente mi divertivo con loro. Dopo qualche tempo, anche attraverso le lettere e le telefonate che arrivavano in studio, ho cominciato a capire che c’era davvero un mondo dietro.

Come hai lasciato la radio e come l’hai ritrovata?

La tecnologia ci ha evoluto e involuto allo stesso tempo, ma ben venga se la si sa gestire. Quando cominciai la radio trasmettevamo in onde medie, in Francia in onde lunghe e poi c’erano le onde corte di quella che era la Trans World Radio, che erano le trasmissioni religiose. Le difficoltà erano già tante, poi sono subentrate le radio private mentre noi eravamo una radio di Stato. Tante cose sono cambiate da quando si trasmetteva solo in Fm. Ora c’è internet, il dab e tutte le nuove tecnologie annesse. Quello che ho sempre sostenuto, però, è che la radio arriva dove la tv certe volte non arriva. Inoltre la radio raramente ha un radiocomando, per cui le pubblicità passano meglio rispetto alla televisione dove lo zapping è più facile, perciò ho insistito tanto con i pubblicitari affinché investissero anche sulla radio. Adesso mi trovo un po’ spiazzato con la tecnologia perché seppure agevola la messa in onda è comunque condizionata dal cosiddetto clock. Almeno per me, che ero abituato ad entrare in voce come e quando volevo.

logo tele monte carlo

A proposito di novità, cosa pensi della radiovisione?

È una cosa buona e utile e perché no, riesce a soddisfare anche certe aspirazioni di colleghi che magari hanno voglia di farsi vedere. Quando Jocelyn mi chiese insieme a Sophie Cauvigny di fare su Telemontecarlo il programma Un peu d’amour, d’amitié et beaucoup de musique, dissi di sì senza pensare che le persone che mi seguivano e apprezzavano per la mia voce, magari potevano cambiare idea vedendomi. Bisogna fare attenzione perché non sempre una voce radiofonica combacia con un viso e un’immagine televisiva.

Torniamo al presente. RTL102.5 Best ti pone davanti una nuova avventura, conduci un programma prettamente musicale?

Sì, c’è prevalentemente musica. È una nuova sfida perché per me non è facile adattarmi ai tempi della radio di flusso. Devo seguire un computer che ad esempio mi dice che ho 15 secondi per parlare. Per me che sono un po’ dispersivo nei discorsi, dire solo il mio nome, identificare la radio e annunciare il disco è un po’ limitativo. Sono più abituato alla radio classica con vetro davanti, microfono, interfono per parlare con il tecnico o con il regista, lo shunt o “sfumino” che regola il volume della musica, insomma una modalità diversa di fare radio. Bisogna prenderci un po’ la mano.

Avrai sicuramente un bel riscontro di pubblico tra coloro che ti ascoltavano una volta, ma questa è anche l’occasione per avvicinarti ad un pubblico più giovane?

Sono sempre stato convinto che bisogna proporre. Poi che piaccia o meno ciò che si propone non importa. Anche dal punto di vista musicale, non dico mai che un brano è orrendo. Posso dire che non è nelle mie corde o non è il mio genere, ma ne riconosco il valore. Questo rientra nel mio modo di accostarmi ai giovani, si cerca di parlare con un approccio e una terminologia che vanno presentate, poi se piace o meno non importa. L’importante è sempre proporre e dare delle alternative.

Il progetto di Rtl 102.5 Best sembra voler dire che anche se la radio guarda al presente non dimentica mai le sue radici…

In molte occasioni io dico sempre: non per vivere nel passato ma per non dimenticare. Su Rtl 102.5 Best ci sono queste realtà ed è bello scoprirle, se vi piacciono siete i benvenuti altrimenti pazienza.

cast rtl 102.5 bestIn questa nuova avventura non sei solo, il palinsesto di Rtl 102.5 Best è ricco di altrettante voci importanti come quella di Jocelyn, Sergio Mancinelli, Gianni De Berardinis…

Siamo un bel gruppo, tanto di cappello all’editore che ha fatto davvero una bella scelta. Jocelyn sarà in compagnia di sua moglie, Alessandra. Con lui ogni tanto ci vediamo e sentiamo, quando abbiamo saputo di questo progetto ci siamo rivisti con più frequenza. Siamo tutti ben motivati ma, soprattutto, io dico sempre che siamo davvero fortunati. Questo è un mestiere bellissimo e dobbiamo ringraziare per quello che facciamo. Il giorno in cui entri e sei triste davanti al microfono vuol dire che c’è qualcosa che non va.

C’è un brano legato al tuo periodo passato in radio che ti emoziona ancora?

Ce ne sono molti in realtà, perché i brani che ascolto mi ricordano spesso determinati momenti storici. Quello però che ho sempre in testa è Bad Bad Leroy Brown, di Jim Croce che io ho conosciuto. Un giorno passò alla radio e gli feci un’intervista. Nacque una simpatica amicizia, lui era felice perché per la prima volta un suo brano era entrato nella hit parade. Si era ripromesso di tornare perché aveva delle origini italiane che voleva approfondire, ma il destino non gliel’ha permesso. Qualche tempo dopo, purtroppo, cadde un aereo privato sul quale Jim era a bordo ed è salito al cielo senza poter esaudire il suo desiderio. Quel brano, che è stato poi ripreso anche da Frank Sinatra, è il brano che ricordo con più affetto.

foto fine articolo

 

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Scritto da: Elisabetta De Falco

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