Marco Baldini tornerà in radio, precisamente a Roma, su NSL Radio Tv. Da lunedì 16 settembre 2019, infatti, lo storico speaker radiofonico italiano avrà un programma tutto suo, che promette risate e scintille di vario tipo.
Marco Baldini, com’è nata la possibilità di iniziare questa nuova avventura radiofonica?
“Lavoro per un imprenditore di Roma, il quale aveva bisogno di una presenza in radio. Visto che io lavoravo per lui, e si è ricordato di chi fossi io in radio, ha stretto un accordo con NSL e ho accettato di buon grado”.
Quale sono tutti i dettagli riguardanti il tuo programma radiofonico?
“Il programma va nel drive time, dalle 17 alle 19, dal lunedì al venerdì. Per il titolo della trasmissione ho giocato col mio nome di battesimo, l’ho chiamato ‘Marco Male’. Il senso che vorrei marcare bene è fare un programma d’informazione e di aiuto alla gente che sta nel traffico romano, che ‘marcherò male’ perché lo farò con mezzi di fortuna. Insomma, sarà una scusa per scherzare su questo fatto.
Avrò il traffico fatto dai tassisti, la borsa fatta dalla signora che vende le zucchine al mercato piuttosto che dal bangladino col suo negozio di frutta. E poi farò un quiz per stranieri chiamato ‘Chi vuol essere italiano?’: si affronteranno due stranieri, chi vince rimane, chi perde va via e, alla fine della stagione, chi resta sfiderà un italiano e il vincitore avrà un posto di lavoro. Poi ci saranno le mie solite Top Ten e i miei anatemi che scaglierò contro le persone che non sopporto – non i nomi eh, sto parlando in maniera più generale, di categorie di persone”.
Quindi l’ascoltatore è incluso totalmente in questo format.
“Assolutamente. Avrò un numero di telefono dove gli ascoltatori potranno inviarmi i messaggi e i vocali Whatsapp e Telegram. Da lì si capisce un po’ il metro della gente che ti sta ascoltando: ciò che pensa, quali sono le sue difficoltà e roba varia”.
Pensi sarà un programma che riscuoterà grande successo di community oppure parti un po’ più basso?
“Parto sempre con un profilo basso, per natura. Tuttavia, come la radio ha fatto l’annuncio, ci sono stati 3 mila contatti e 500/600 messaggi per NSL Radio Tv, tra i quali anche gli haters che adoro. Pensa, la mia sigla iniziale sarà tutta dedicata a loro. Anche loro sono un po’ il sale della trasmissione. Mio compito sarà trovare un leone da tastiera, in onda tutti i giorni con me, che potrà insultarmi in diretta senza nascondersi dietro una tastiera. Sarà il leone da radio, quello che mi insulta sul posto, e sarà autorizzato da me a farlo”.
Risponde un po’ a una legge del marketing: nel bene o nel male, purché se ne parli. Creare comunque un contenuto da far fruire all’utenza.
“Purtroppo sì. Ormai la politica, la vita sociale, i social e i mezzi di comunicazione ci insegnano questo. Secondo me, l’importante è sdrammatizzare e far ridere. Anche sfruttando chi ti vuol male”.
Sui social, poi, accade di tutto.
“È una giungla. E allora perché mettersi a litigare? Sfruttiamo questo fatto per far divertire la gente”.
Comunque, Marco Baldini, tu sei una personalità molto importante nel contesto radiofonico italiano. Cosa ne pensi dell’evoluzione odierna della radio e alla nascita delle web radio?
“L’FM ha fatto una involuzione, è tornata indietro. Ha fatto degli errori madornali, tipo affidarsi a personaggi televisivi che giocano un altro campionato. La radio è un’altra cosa. L’FM spersonalizza totalmente gli artisti in radio perché sono diventati surrogati dei judebox: parli ogni 3/4 di dischi e hai 30 secondi o un minuto per parlare. Allora preferisco mettere un cd. Non a caso, i programmi che emergono sono quelli più parlati, vedi La Zanzara e Lo Zoo di 105. Sono i programmi più parlati, li puoi amare od odiare, ma sono seguiti. Perché, secondo me, la gente ha bisogno di compagnia, e con la musica non ne ha bisogno.
E chi ti dice ‘Quando parlano, io giro canale’, non ama la radio, dunque non ce ne facciamo niente di queste persone. Per me, chi ascolta la radio in macchina – in FM sono ancora importanti i drive time – ha bisogno di compagnia, di ridere e di riflettere, non di ascoltare un disco. Altrimenti metti un cd o una chiavetta. Ci sarà una bella rivoluzione quando si potranno prendere le web radio in macchina. A quel punto avrai una scelta sconfinata di radio.
E io sono assolutamente per la pluralità. Nel senso che in democrazia ogni scelta va bene, l’importante è che queste web radio riescano a dare contenuti migliori e a creare delle vere e proprie radio. Purtroppo, però, oggi i ragazzi pensano di prendere un disco e un microfono e fare la web radio. Se fai una web radio, e la fai con tutti i crismi, la dovresti fare con una radio FM. Non è importante se la gente ti senta tramite la rete o il mezzo radiofonico, l’importante è che senta quello che hai da dire.
Terza cosa: penso che il futuro sia la rete. Oggi giorno la cosa che più tieni in mano è lo smartphone, ci sono già grandi aziende che fanno mini-programmi per il telefonino. Se tu vai alle fermate della metro, tutti lo hanno in mano, con le cuffiette o senza. Quando qualcuno riuscirà a trovare un mezzo di comunicazione agevole e corto – perché la gente non ha più tempo – e divertente, per me vincerà. Tutto è il contrario di tutto. Di macchine che ricevono le web radio non ce ne sono tante, non è un sistema ancora agevole. Se invece riusciranno a far questo, ci sarà una bella concorrenza, e l’FM potrebbe anche sparire“.
In questo discorso, aggiungerei che molti giovani si stanno avvicinando al mezzo radiofonico.
“No, purtroppo no. Sai com’è? I giovani che si avvicinano alla radio nell’80% dei casi hanno provato a fare televisione, artisti e cantanti e non ci sono riusciti. Purtroppo, la radio è considerata la sorella minore dell showbuzz. Non è come in America e in Inghilterra. In Italia si tende a ricorrere alla radio come ultima spiaggia, e questo è molto sbagliato: la radio è un mestiere serio e andrà avanti solo chi la saprà fare in maniera seria”.
Dunque molti giovani la userebbero come ripiego artistico.
“Sì. Sono pochi a farla con passione. Se a buona parte di questi chiedessi di fare domani un reality show, ti direbbero di sì”.
È un peccato, perché a mio avviso la radio ha ottenuto una forza importante, ci sono ricerche che parlano della radio come un punto d’informazione notevole.
“Hai visto che negli ultimi tempi, secondo alcune indagini fatte, la radio ha perso un totale di un milione di ascoltatori? Questo cosa vuol dire? Che la radio è cambiata in maniera negativa, e non positiva. Non esiste più la radio che ascolti perché è quella, ma ci sono i poli radiofonici. Ci sono 5/6 radio, attaccate, che ti danno musica dalla mattina alla sera, la solita musica. Non posso parlare della radio dove andrò a lavorare perché ancora non ho avuto modo di conoscerla e ascoltarla bene, ma a Roma, per me, musicalmente parlando, l’unica che si distingue è Radio Rock. Le altre sono tutte uguali”.
Ultima domanda. Immagino che Marco Baldini è confermato per un anno.
“Speriamo [ride, ndr]”.
La radio è molto mutevole.
“Se ci saranno buoni ascolti e se ne parlerà, magari sì. Se invece scoprirò che la radio e l’ascolto sono cambiati, magari no”.
Ok, Marco Baldini, chiudiamo con una domanda a trabocchetto. Cosa ti senti di garantire col tuo programma radiofonico?
“Me stesso, e basta, nel bene o nel male. Quello che sono. La prima cosa che mi ha insegnato Claudio Cecchetto è essere me stesso. Spero di far divertire, garantisco che qualsiasi cosa la sdrammatizzerò. Una delle frasi più belle che ho sentito in vita mia è ‘Gli angeli volano perché si prendono alla leggera’. Dunque sdrammatizzare ogni cosa e farci una risata. Se poi le rubriche funzioneranno, te lo potrò dire solo in corso d’opera. Sulla carta son tutte belle, poi quando le metti in opera ti rendi conto che qualcuna è complicata da portare avanti”.
Intervista a Marco Baldini curata da Angelo Andrea Vegliante
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