La radio è il mezzo di comunicazione di massa che dà fiducia ai cittadini europei.
Una certezza che, ancora una volta, mette questo strumento davanti alla concorrenza. La sentenza arriva col rapporto Trust in Media 2020 dell’European Broadcasting Union.
Fiducia alla radio
Trentatré paesi coinvolti per un numero elevato di cittadini. La maggior parte ha scelto la radio come mezzo di comunicazione che ispira maggiore fiducia. Comunque quasi alla pari della televisione. Eppure lo strumento senza immagini è quello a cui si fa più affidamento, una sorta di cane guida tra la confusione generata dall’Internet delle fake news. Va detto però che la fiducia cambia secondo la provenienza: in Gran Bretagna, Spagna e Grecia la maggior parte della popolazione diffida completamente dai media; mentre in Finlandia, Albania e Olanda la percentuale di fiducia è migliore. È in Italia che si registra invece il compromesso più importante, con la metà dei cittadini che si fida del comparto radiotelevisivo e delle sue informazioni, col 57% che preferisce l’ascolto della radio.
Social network preferiti all’approfondimento

Il test è stato effettuato nel momento del massimo bisogno, tra febbraio e marzo. Cioè quando la nostra vita è cambiata a causa del coronavirus e del conseguente lockdown. In quel momento il popolo ha fatto i conti con il nemico invisibile, ha cambiato le proprie abitudini e dato fiducia alla radio che ha avuto il difficile compito di informare e intrattenere per tutto il giorno. Nello specifico, in Europa si è registrato un aumento del 14% dell’ascolto delle notizie rispetto allo stesso periodo rivelato in un arco di tempo lungo quattro anni. Per quanto riguarda l’Italia, non sorprende il fatto che i programmi di informazione più seguiti siano stati i giornali radio e telegiornali, con un incremento importante legato alla visione o all’ascolto delle conferenze stampa del premier Giuseppe Conte e dei suoi ministri. Niente di strano, considerando che tutti hanno sentito il bisogno di essere informati sullo sviluppo delle varie fasi della pandemia e sull’eventuale ripresa dell’economia. Bene quindi le dirette politiche; male invece i programmi di approfondimento. Perché il popolo sceglie ancora l’immediatezza dei social network.
La gestione degli interessi col consulente per le radio
In Italia durante l’emergenza coronavirus l’utilizzo dei social network è aumentato del 41%. Non che ci fosse bisogno di una conferma, ma questo dato testimonia quanto commenti, condivisioni e like riescano ancora a catturare gli italiani seppure ingannati da fonti credute autorevoli. Ma l’importanza dei social non la scopriamo oggi. Quindi se vuoi che anche la tua radio resti al passo coi tempi affidati a un consulente per le radio. Nella sezione Contatti trovi tutte le informazioni. Scopri inoltre i Servizi dello staff di Consulenza Radiofonica e per restare aggiornato sui temi legati al mondo radiofonico resta sintonizzato sui contenuti del nostro blog.