Contro il Coronavirus dobbiamo far emergere buon umore e speranza per il futuro. Due concetti portati avanti profondamente da varie iniziative locali autonome sparse per tutta Italia che, in un modo o nell’altro, tentano di condividere gioia ed entusiasmo. Anche a Roma, nel quartiere Bravetta, è stata creata un’idea molto simpatica: stiamo parlando di Radio Condominio, una specie di aggregatore di balconi, nei quali viene irradiata musica, ci si aiuta e, perché no, si gustano assieme (ma a debita distanza) prelibati pranzi e cene saporite.
“È una cosa normale e piccola, è gestita tra noi. Non vogliamo essere una moda”, ci racconta al telefono Thelma Cesarano, una delle persone dietro questa iniziativa “nata per caso”.
Coronavirus, la storia di Radio Condominio
Tecnicamente parlando, non siamo di fronte a una vera e propria radio. Ma i principi radiofonici ci sono: coinvolgimento di un pubblico, espressione musicale, intrattenimento come arma di condivisione.
“Siamo partiti con i famosi flash mob dove tutti mettevano la musica in balcone – spiega Thelma -. Da quel giorno siamo rimasti ‘accesi’. Sul nostro balcone abbiamo messo un numero di telefono al quale i nostri vicini fanno richieste di canzoni. All’inizio questa cosa era un momento ‘toccante’, poi è diventata sempre più importante. Ora i palazzi che hanno aderito a una dinamica assolutamente spontanea e tranquilla sono 12. Non facciamo alcun schiamazzo, è una situazione tranquilla”.
Radio Condominio ‘va in onda’ in due fasce orarie, dalle 11:30 alle 12:30 e dalle 17:30 alle 18:30, tutti i giorni, “anche quando piove”. Ma la storia non finisce qui.
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Coronavirus, Radio Condomio: una comunità solidale
Vista la grande adesione, si è creata una comunità dove ci si aiuta tra tutti, anche solamente per fare la spesa. “È vero che non puoi uscire per comprare solo due cose, ma se queste due cose sono il latte e il pane, e hai un bambino, allora diventano fondamentali”. Così, chi deve andare al mercato per fare molta spesa, compra qualcosa anche per gli altri. E lo si fa a turno. “Chi sta uscendo, avvisa. Chi ne ha fatto richiesta, lascia davanti la porta la busta, la lista della spesa e i soldi”. Infine, al ritorno, si lascia “la spesa, lo scontrino e l’eventuale resto”.
E non è tutto. “Abbiamo creato anche una sorta di linea di mutuo soccorso per il lavoro. Ad esempio, tra noi c’è un parrucchiere che fa consulenze per le signore a distanza, via web e via Whatsapp. E, quando può, compra le tinte. Lavora, senza percepire nulla, però lo fa per tutte quante. Lui si sente importante e noi abbiamo le tinte giuste [ride]”.
Una comunità forte e granitica che ha anche passato le feste in compagnia, come una grande famiglia: “A Pasquetta abbiamo mandato un messaggio a tutti, invitandoli a festeggiare assieme, ognuno nel proprio balcone”.
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Articolo a cura di Angelo Andrea Vegliante