Intercettiamo Armando Piccolillo
mentre è a Roma, risponde con affanno: “Mi dà una busta?”, chiede. Non si rivolge a noi, ce l’ha con la cassiera del negozio in cui sta facendo acquisti. “Sei al supermercato?”, dico. Dice di no, dice che è in un posto dove si comprano nastri da mettere sui battiscopa. Deve pitturare la sua casa, sa farlo, perché “quelli del sud sanno fare tutto”.
Armando Piccolillo è uno di quei conduttori che può dare significato alla gavetta. L’esperienza calabrese a Jonica Radio lo ha formato, gli ha permesso di presentarsi in radio più blasonate con una consapevolezza maggiore seppure non definitiva. A RTL 102.5, infatti, ci arriva facendosi accompagnare da qualche dubbio: “sarò all’altezza?”, si domanda.
A giudicare dal percorso fatto sembra che il suo sogno, il sogno di fare lo speaker in una radio nazionale, sia compiuto.
Ma il tuo sogno era lavorare in una radio nazionale o a RTL?
Il mio sogno era RTL, ma anche lavorare in una radio nazionale. Avevo vergogna – a Napoli si dice te mett’ scuorn’ – però nel 2011 mandai il provino.
Perché ti vergognavi?
Sentivo quella voce che diceva ma chi ti credi di essere. Ero molto critico con me stesso, pensavo che ci fossero voci migliori della mia.
Quindi non pensavi di essere all’altezza
Sì era questo, avevo trasmesso solo in radio piccole.
L’approdo a RTL è nato in circostanze particolari: ho conosciuto mia moglie quando ero in Calabria a lavorare per Jonica Radio. Mio padre si ammalò gravemente e le chiesi di iscrivermi all’università, volevo mandare tutto a fanculo. Ho fatto tre anni di Scienze Infermieristiche, mi ero trasferito a Roma ma la passione per la radio c’era sempre. Credo però che debba esserci sempre un Piano B. Poi ho conosciuto Antonio Gerardi, lui mi ha tirato dentro.
Questa tua esperienza mi fa pensare che i sogni si possono realizzare, anche quelli che riguardano la radio
Certo, bisogna spingere e non arrendersi mai. Se uno ha voglia di fare questo lavoro lo fa coi suoi pro e i suoi contro. Io faccio radio non per essere protagonista, la faccio perché mi piace. Quando avevo dieci anni mio padre mi diede lo stereo in mano e scoprii che potevo registrare la mia voce. Ero felice per questo. In ogni caso non bisogna mai sentirsi arrivati.
Senti, com’è fare la radio di notte? Ci sono solo cuori infranti?
I cuori infranti ci sono sempre, li intercettiamo dai messaggi che arrivano in radiovisione. Ma ci sono anche ascoltatori che parlano del più e del meno e che ci permettono di collegarci con tutto il mondo. Poi su RTL non cambia nulla tra il giorno e la notte. Diciamo che se qualcosa deve variare questo è il linguaggio che nelle ore notturne è più colorito.
Ok, ma parleresti allo stesso modo anche di giorno?
Il linguaggio colorito te lo puoi permettere di notte. Per esempio, invece di dire fondoschiena dico culo (ndr. ride).
Pensi che per un conduttore radiofonico sia importante sapersi muovere su diversi fronti?
Non è necessario, ci sono giornalisti che sanno fare programmi di intrattenimento e giornalisti che fanno solo informazione. Certo ci sono anche conduttori che riescono a fare doppiaggio, teatro, spot, ecc.
Gli spot di Natale per esempio?
Il Natale l’ho sempre visto come un momento magico. Odio i lamentosi, quelli che parlano male di tutto. Quindi cerco di trasmettere positività ricordando che il Natale è una festa di pace, amore e socialità.
Armando Piccolillo lo puoi ascoltare su RTL 102.5 dal martedì al giovedì dall’1 alle 3 di notte ed il venerdì, sabato e domenica dalle 11 alle 13.
Vi invitiamo a scaricare lo spot realizzato da Armando sulla Campagna di Sensibilizzazione per il Natale 2017 e di trasmetterlo anche per pochi giorni sulla vostra emittente.
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