Connettersi con il proprio pubblico in un modo nuovo e più coinvolgente, è questo uno dei segreti del successo della radiovisione
Le trasmissioni radiofoniche erano l’unico mezzo di comunicazione prima che la televisione fosse sviluppata due decenni dopo. E, sebbene molti esperti abbiano subito predetto che la televisione avrebbe presto reso obsoleta la radio, i due mezzi di comunicazione hanno convissuto per decenni. Piuttosto che rendere la radio obsoleta, la tecnologia visiva la sta trasformando e sta consentendo agli spettatori di interagire con i loro programmi e le emittenti preferite. Il video è ormai diventato un elemento chiave nell’industria radiofonica.
I produttori di radio e i gestori audio esperti riconoscono la necessità di evolversi verso nuovi standard. Riconoscono che la radio deve per forza evolversi, anche perchè i social media hanno stimolato negli ascoltatori il desiderio di interagire continuamente. Piuttosto che combattere le maree del cambiamento, le radio stanno adattando e incorporando video nelle loro trasmissioni.
Radiotelevisione, parlano i dati
Stando al monitoraggio di Confindustria Radio Televisioni, nel 2022 i canali visual radio a diffusione nazionale sono 15, di cui quasi tutti in alta definizione. Allargando l’analisi alla musica, vi sono diversi canali tv che sono slegati dalle emittenti radio ma che offrono comunque un palinsesto musicale, basti pensare ai canali di Paramount quali MTV, MTV Music e VH1 Italia.
La prima radiovisione italiana è stata RTL 102.5, iniziando le prime sperimentazioni nel 2005 per poi arrivare al 2006 con un intero palinsesto visual. Di recente, a dicembre 2022, a sbarcare sul digitale terrestre e su TivùSat è stata anche Radio RAI 2. Insomma, oggi la declinazione visual della radio è in linea con la progressiva resa digital dei contenuti che predilige il linguaggio video.
Secondo un’indagine Censis del 2021, oltre 5 milioni di italiani adulti hanno iniziato a seguire programmi e contenuti della radiovisione. Tra questi, le donne rappresentano il 56,8% del totale. Inoltre, gli adulti di età compresa tra i 35 e i 64 anni sono il 68,5% e i giovani under 35 il 29,7%.
Nell’81,4% dei casi, gli intervistati hanno affermato che la radiovisione è un nuovo media che combina i contenuti della radio con le infinite possibilità di visione e di ascolto, dal vivo e in diretta, sintonizzandosi con le nuove abitudini di fruizione e con gli stili di vita, accompagnando i fruitori in tutti i momenti della vita quotidiana.
Con la radiovisione la radio è stata capace di trasformarsi e di diventare un new media, senza perdere la sua riconoscibilità e la sua vocazione originaria, che stanno nella capacità di fare informazione e intrattenimento, dal vivo e in diretta.
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I produttori radiofonici stanno riconoscendo che non possono più ignorare l’impatto dei social media e dei video e gli ascoltatori devono essere più coinvolti.
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