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Musica VS Parlato: chi vince in radio?

today2 Agosto 2024

Sfondo

La radio, un medium tradizionale che ha accompagnato generazioni di ascoltatori, sta vivendo una fase di trasformazione sotto la spinta dei cambiamenti tecnologici e socio-culturali. Cambiano i gusti delle persone e, di conseguenza, il mezzo radiofonico si adatta.

Sarà capitato a tutti di ascoltare la radio e di cambiare stazione durante una canzone o durante un talk parlato. La domanda sorge spontanea:

I radioascoltatori preferiscono più la musica o il parlato?

Diversi formati radiofonici

Iniziamo col dire che esistono diversi tipi di formati radiofonici:

  • Radio di programmi: il carisma e la personalità del conduttore sono al centro del progetto dell’azienda. A differenza della radio di flusso, gli interventi di chi va in onda possono essere lunghi anche diversi minuti.
  • Radio di flusso: è il contrario della radio di programmi, in quanto si basa principalmente sulla trasmissione della musica, ‘relegando’ lo speaker a brevissimi interventi, a volte anche di pochissimi secondi.
  • Radio solo musica: non ci sono voci di conduttori, ma solo musica.
  • Talk radio: ci sono solo voci.
  • Radio persona: c’è un unico conduttore all’interno dell’emittente, ogni ora, tutti i giorni.

Leggi anche: Format radio: che cos’è e quante tipologie esistono?

format radio

I cambiamenti del mercato europeo

Il mercato radiofonico europeo sta vivendo una fase di cambiamento analoga a quella osservata negli Stati Uniti dallo studio statunitense The Spoken Word Audio Report 2023 condotto dall’istituto Edison Research. Secondo tale studio, sebbene la musica sia sempre amata dai radioascoltatori, c’è sempre più un apprezzamento per il parlato al quale le persone si stanno abituando grazie ai podcast, fruibili in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo.

Le piattaforme di streaming audio on demand, infatti, hanno raggiunto una maturità tale da diventare concorrenti dirette delle radio tradizionali. Questo fenomeno ha portato a una crescente inclinazione degli ascoltatori europei verso i contenuti parlati, soprattutto tra le fasce di età più mature (40+), mentre i giovani preferiscono le soluzioni di streaming non radiofoniche.

“La radio di sola musica – ha affermato Giovanni Madaro, economista e CEO di Media Progress, società di analytics strategy in ambito radiotelevisivo che ha condotto un rapporto per capire le preferenze europee su musica e parlato in radio – soffre maggiormente la competizione delle piattaforme di streaming on demand, che offrono un’esperienza personalizzata e senza interruzioni. Di conseguenza, di fronte al crescente ascolto del parlato, i broadcaster stanno ampliando la loro offerta includendo più segmenti di talk show, notizie e approfondimenti per mantenere e attrarre il pubblico.”

Le stazioni radio europee stanno rispondendo a queste tendenze modificando la loro offerta. Ad esempio, la BBC ha intensificato l’integrazione di contenuti parlati sulle piattaforme digitali. Molte stazioni commerciali inglesi stanno aumentando i programmi di talk show per attirare un pubblico diversificato.

In Italia, invece, il format news & talk non è ancora così diffuso. Eccezioni note sono Radio 24, Radio Radicale, Radio Radio, Giornale Radio e Radio Popolare, con una propensione al parlato prevalentemente nelle fasce di palinsesto di alcune emittenti RAI e di Radio DeeJay.

Musica VS Parlato: perchè si preferisce di nuovo la voce?

L’essenza originaria della radio è stata quella di parlare alle persone, di instaurare un dialogo intimo e diretto con l’ascoltatore, soprattutto se si pensa alle prime radio libere.

La radio è uno strumento per raccontare storie, diffondere notizie, creare comunità e trasmettere emozioni attraverso la voce. La musica, pur essendo una componente importante e ampiamente apprezzata, arricchisce e valorizza le parole, rendendo l’esperienza di ascolto più piacevole e completa.

Questa natura dialogica della radio potrebbe spiegare il recente ritorno al passato, dove i contenuti parlati stanno riacquistando centralità. In un mondo frenetico e spesso dominato da interazioni superficiali sui social media, le persone sembrano riscoprire il valore del parlato radiofonico, che offre un senso di compagnia e di coinvolgimento autentico.

Non si tratta solo di ascoltare musica, ma di partecipare a conversazioni, di sentirsi parte di una comunità che condivide interessi, opinioni e passioni. La voce di un conduttore radiofonico può trasmettere empatia e umanità, creando un legame speciale con l’ascoltatore.

Il ruolo della musica: arricchire l’esperienza di ascolto

In questo contesto, la musica continua a giocare un ruolo cruciale, non come protagonista assoluta, ma come compagna di viaggio. La musica serve a creare l’atmosfera giusta, a sottolineare i momenti significativi, a rilassare o energizzare gli ascoltatori.

Così, la radio moderna sembra riscoprire la sua missione originaria: parlare alle persone, informarle, intrattenerle e accompagnarle nelle loro giornate. E lo fa integrando armoniosamente il parlato e la musica. In questo modo, la radio continua a evolversi senza tradire se stessa, rimanendo un mezzo di comunicazione vivo e rilevante.

Oltre a ciò, secondo la ricerca di Media Progress, c’è un crescente interesse per i contenuti parlati. In un’epoca caratterizzata da molta disinformazione e fake news, gli ascoltatori cercano fonti affidabili di notizie, come la radio.

Inoltre, le fasce d’eta che ascoltano maggiormente la radio in Europa sono tra i 40 e i 60 anni. Le persone più mature tendono a preferire contenuti parlati che offrono informazione e intrattenimento.

In definitiva, mentre le radio musicali continuano a godere di un buon seguito, la competizione delle piattaforme di streaming on demand ha spostato parte del pubblico verso queste ultime. Al contempo, le stazioni che offrono contenuti parlati stanno guadagnando terreno, soprattutto tra le fasce di età più mature che cercano informazioni affidabili e approfondimenti coinvolgenti.

Le preferenze degli ascoltatori sembrano dunque inclinarsi verso un equilibrio che include sia musica che parlato, ma con un crescente apprezzamento per quest’ultimo, guidato dalle esigenze di affidabilità, interazione e accessibilità che solo il contenuto parlato può offrire.

 

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Scritto da: Benedetta Gambale

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