Dopo la pubblicazione RadioTER dei dati del primo semestre 2023, la polemica in merito alla loro obiettività e svolgimento si è amplificata. Ma quali sono le motivazioni?
Prima di tutto, cerchiamo di capire come venga svolta l’indagine Radio TER. Stando a quanto si legge sul sito ufficiale, si tratta di un’indagine campionaria unitaria, rappresentativa della popolazione italiana dai 14 anni in su, sull’ascolto delle emittenti radiofoniche pubbliche e private, nazionali e locali. L’indagine è realizzata con la tecnica del Day After Recall: attraverso telefonate, si somministra agli intervistati un questionario incentrato su quali siano stati i loro comportamenti di ascolto del mezzo radio negli ultimi 7 giorni e nelle ultime 24 ore e in quali fasce orarie abbiano ascoltato quella specifica emittente.
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Rispetto al 2022, quest’anno ci sono 4 emittenti in più iscritte nel registro dell’indagine Radio TER, arrivando a 268 emittenti. Tra queste ci sono 18 radio nazionali e pubbliche e oltre 250 locali. Non si tratta, comunque, di un quadro complessivo in quanto mancano molte altre realtà radiofoniche.
Ciò su cui si dibatte è sulla modalità di raccolta dati, desueta e non realmente rappresentativa della popolazione, basata sul ricordo delle persone che sappiamo essere molto labile e approssimativo. Inoltre, è noto che le persone sono restie a rispondere alle chiamate dei call-center, soprattutto se queste durano più di 10 minuti. Non è raro, infatti, che le telefonate vengano interrotte prima del termine del questionario.
Cosa è successo
A scatenare l’attuale “rivolta” è stata soprattutto la Rai che nei giorni precedenti alla pubblicazione ha diffidato TER dal pubblicare i propri dati. Stessa cosa è stata fatta da Radio Margherita, Radio Margherita Giovane e Radio Arcobaleno. Eppure, i dati sono stati diffusi ugualmente.
La polemica, in realtà, è partita nel 2022, nel momento in cui diverse radio hanno iniziato a bombardare i radioascoltatori… A quanti di voi è capitato di essere sintonizzati su una qualsiasi emittente radiofonica e di ascoltare dallo speaker di turno parole come: “Se dovessero chiamarvi e chiedervi quale radio ascoltate, ovviamente dite la nostra radio” e cose simili? Si tratta, però, di una pratica scorretta perché va a falsare l’obiettività dei dati TER. Nonostante ciò, soltanto il 19 giugno 2023 il CdA di TER ha vietato tale pratica di autopromozione.
Dai dati, emergerebbero anche delle oscillazioni dubbie in merito al numero di radioascoltatori e agli ascolti medi in questo primo semestre. Secondo alcuni si tratterebbe di risultati conseguenza della manipolazione della pubblicità martellante e continua sui radioascoltatori.
Nel frattempo, la Rai ha comunicato ufficialmente il proprio recesso dalla società di rilevazione TER. L’auspicio di Radio Rai sarebbe di adottare un modello che comprenda tutti i diversi protagonisti del settore radio affinchè la ricerca venga commissionata da tutte le parti interessate: editori, concessionarie e agenzie di pubblicità, inserzionisti con propri rappresentanti nel comitato tecnico. Così come, più realtà hanno sottolineato l’esigenza di adottare modalità di indagine e di raccolta dati moderne, sfruttando le potenzialità delle nuove tecnologie.
Voi cosa ne pensate di questa modalità di indagine e raccolta dati?
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