Ha fatto il boom di ascolti: 6 milioni e mezzo di spettatori – pari al 25,1% di share – incollati a Tv e smartphone.
Niente di sorprendente, ma quando si parla di lui non si sa mai come va a finire. D’altronde se Fiorello è tornato a divertire il pubblico con il suo show un motivo ci sarà. Un motivo che, tra l’altro, trova la benedizione della multipiattaforma.
Viva RaiPlay… in streaming
Prima di tutto a Fiorello mancava il palcoscenico come la pasta per un italiano all’estero: arriva sempre il momento in cui senti la nostalgia di casa e per rimediare ti fai spedire un pacco da giù. Si iniziava a sentire la mancanza dello showman, il profumo dell’arcobaleno successivo al grigio del tempo. Fiorello ha debuttato il 4 novembre con il suo nuovo mini spettacolo: quindici minuti di intrattenimento condotti col solito stile che ne ha fatto del personaggio una certezza dell’universo artistico. Fiorello non è mai stato solo, si è fatto affiancare da memorabili influencer: da Pippo Baudo a Raffaella Carrà, fino ai “nuovi” Achille Lauro e Calcutta: un quarto d’ora basta per farli diventare una sorpresa da scartare sulla rete ammiraglia. Ma la vera novità non sta nel fatto che Fiorello sia tornato a guadagnare ossigeno dalla sua natura, quanto piuttosto alla costituzione del prodotto finito.
Radio, TV e App: tutto in una volta
Tutto condensato in una sola rata ma con molti interessi. Il mini spettacolo di Fiorello prevede la messa in onda di cinque puntate consecutive con inizio alle 20.30. Nel weekend, invece, su Rai Radio 2 c’è un rimpasto di ciò che è stato: “Il meglio di Viva RaiPlay”. Anche in questo caso si parla di risultato garantito dal passato di “Viva Radio2” che per otto lunghi anni è stato uno dei programmi di successo della radiofonia. Ma non è tutto. I sostenitori della multipiattaforma ammettono che il futuro è qui e adesso. Parlano dello streaming come una rivoluzione e associano le app a una fruizione istantanea proprio come si conviene al presente tecnologico. Ecco perché la scelta di veicolare i contenuti di “Viva RaiPlay” su più sessioni si fa vincente per almeno due motivi: il primo è per l’età, l’età del pubblico si intende. Se la rete nazionale è da sempre punto di riferimento per gli spettatori “esperti”, Mediaset lo è per i giovani. Ma con Fiorello questo discorso non trova conferma negli atti perché con lui anche una certezza perde il suo aspetto. Dunque RaiPlay affiancherà Radio2 per tutta la durata del progetto e viceversa. Per l’applicazione Fiorello produce 18 live sempre in onda alle 20.30 per tre giorni alla settimana e fino al 20 dicembre.
Viva la multipiattaforma
A questo punto qualcuno ha chiesto: a Fiorello serviva la multipiattaforma? Sì. Mica perché non riesci a raccogliere il numero più alto di share – sei Fiorello, appunto, – piuttosto perché siamo nel mezzo di una rivoluzione tecnologica che mette le persone davanti a una multiscelta. Ecco perché se uno show di Fiorello fosse trasmesso su Netflix moltiplicherebbe il successo. Pensate cosa potrebbe accadere se allo stesso show venisse assegnato un dedicato canale Sky on-demand. È sempre lì, a disposizione del cliente. Altro che boom, si rischierebbe il collasso degli ascolti. Insomma “Viva RaiPlay!”, ma soprattutto “viva la multipiattaforma!”.