Il coronavirus ha provato a mettere ko anche il mondo della radio. Ma non ci è riuscito.
Troppo resistente lo scudo con il quale si difende questo pianeta multimediale. Eppure c’è una parte del settore che ha sofferto più di altre: quello pubblicitario.
La grande capacità di adattamento
Nel mese di marzo, in pieno lockdown, gli investimenti pubblicitari sulla radio hanno registrato un segno negativo importante: -41,6% a fronte della positività riscontrata nei mesi iniziali dell’anno, ossia gennaio (11,8%) e febbraio (15,7%). Pertanto il primo trimestre del 2020 si è chiuso con un -8,9%, come rivela l’Osservatorio Fcp Assoradio. Niente di strano visto che l’emergenza sanitaria ha costretto tutti in casa bloccando la quasi totalità delle attività commerciali e industriali. Il blocco ha riguardato chiaramente anche il comparto della comunicazione. Considerata l’impossibilità di pubblicizzare nuova merce disponibile a basso raggio, nessuno ha potuto puntare su un eventuale nuovo prodotto. Così come nessuno ha provato un nuovo ristorante o prenotato il prossimo viaggio. Ma nonostante il dramma condiviso, la radio non ha mollato la presa e l’ascolto ha dimostrato l’ennesima capacità di adattamento.
L’ascolto di un tempo

Adattarsi al cambiamento è probabilmente ciò che la radio sa fare meglio. Non c’è pandemia che tenga: la radio è sempre accesa per informare e intrattenere. Soprattutto quando siamo costretti in casa. Così l’ascolto radiofonico trova importanti riscontri nella ricerca di TER (Tavolo Editori Radio) che ha analizzato il comportamento degli ascoltatori nella fase pre e post lockdown, riscontrando che i tempi di fruizione del mezzo sono rimasti stabili o cresciuti nell’arco di sette giorni. Con il coronavirus alle porte dunque la radio è tornata ad essere quel compagno da salotto come un tempo, e proprio come una volta ha permesso alle persone di condividere l’ascolto abbandonando almeno per un po’ la tipica fruizione solitaria. A questo proposito l’accesso al mondo digitale ha avuto il suo importante ruolo, col 43% dei fruitori che ha scelto smartphone e pc per ascoltare la radio. Ma non è tutto. La crisi ha incrementato la relazione con il mezzo veicolando nuove emozioni positive, relax ed allegria, in un momento in cui c’è poco da stare allegri.
Si riparte con un consulente per le radio
Adesso però va meglio. La pubblicità sta tornando e le radio ne traggono beneficio respirando di nuovo aria buona. Il percorso sarà ancora lungo e pieno di ostacoli. Ma la radio ha sempre dimostrato di essere quella fenice capace di risorgere dalle proprie ceneri. Perché la radio non muore mai, e con lei tutte le opportunità di crescita che arrivano con le inserzioni comunicative. Sappiamo che anche la tua azienda radiofonica sta tornando a brillare come un tempo. Ma se vuoi ottenere di più devi affidarti a un consulente per le radio. Nella sezione Contatti trovi tutte le informazioni. Scopri inoltre i Servizi dello staff di Consulenza Radiofonica e per restare aggiornato sui temi legati al mondo radiofonico resta sintonizzato sui contenuti del nostro blog.