Ascoltare la radio non è reato, anche se disturba un vicino.
Niente di diverso secondo la conoscenza comune, ma talvolta accade che una sentenza giuridica faccia scuola modificando le abitudini o facendoci aprire gli occhi sulla realtà.
A tutto volume
Passeggiamo per vie interne della nostra città, sentiamo una musica in lontananza. Procedendo nella direzione delle note ne distinguiamo la provenienza, capiamo che il suono captato dalle nostre orecchie proviene da una casa dove una radio è stata accesa. Perché accendere la radio non potrà mai essere un reato. Soprattutto in casa, cosa assai rara. E anche se la scena descritta sembrerebbe appartenere al secolo scorso sappiamo che può essere vissuta oggi, in un modo o nell’altro. Fatto sta che ascoltare la radio non è reato, anche a tutto volume. A dirlo è la Cassazione che con la sentenza n. 44504/2019 ha annullato la condanna per una donna accusata del reato di disturbo delle occupazioni o del riposo delle persone. Dopo una serie di minacce e carte firmate è stato stabilito che il fatto non sussiste. Ma la donna sembra aver vissuto un periodo complicato per “colpa” della radio.
Nessun reato, via alla radio
Eppure, appunto, non aveva fatto altro che accendere la radio in casa aiutando una vecchia tradizione a sentirsi parte dei tempi moderni. Quindi l’accusa avrebbe smarrito i toni nel momento in cui è venuta alla luce la realtà del regolamento. Secondo la sentenza, infatti, non esiste il reato di disturbo alle occupazioni o al riposo se la persona offesa è solo una. In pratica – sempre secondo la sentenza – per aprire un processo alle intenzioni una squadra di lamentosi condomini avrebbe dovuto inveire contro la donna promettendole un incontro in tribunale. Allora il regolamento avrebbe avuto effetto, e la signora organizzato la propria difesa.
Vince la radio
Lieto fine? Non proprio. Considerando che, in conclusione, è la radio suo malgrado protagonista e costretta a subire i rimproveri della responsabilità peggiore. Proprio lei, la signora radio che raramente viene accesa in casa costretta tra spazi stretti di una cronaca curiosa. Certo, vanno considerati gli accordi condominiali presi tra persone civili che condividono luoghi di vita comune. Ma consentiteci di essere felici per la vittoria della radio che a tutto volume ha convinto i giudici della sua bontà d’uso.