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L’evoluzione di Radio Fresh e l’importanza della consulenza radiofonica

today12 Agosto 2024

Sfondo

Dal 2017 Consulenza Radiofonica segue il progetto di Radio Fresh con competenza e passione. Lo staff dell’emittente partita da Castiglione dei Pepoli ha fatto passi da gigante ed è pronto ad affrontare nuove sfide, più grandi e impegnative di un tempo. Dall’approdo al dab alla conquista di una nuova fetta di pubblico, l’editore Emanuele Fabbri ci racconta step by step come si evolve la radio e quali sono i prossimi obiettivi.

Che novità ci sono a Radio Fresh?

Tutto procede bene. Il progetto Radio Fresh è in piedi da otto anni, siamo partiti nel 2016. Il nostro primo obiettivo è stato quello di consolidarci con il segnale fm, quindi abbiamo attivato tutti e quattro gli impianti che attualmente compongono la nostra rete. Lo step successivo è arrivato grazie alla pianificazione che il Ministero e l’Agicom hanno messo in atto: l’Emilia Romagna è stata una delle prime regioni d’Italia ad essere soppesata per il famoso piano di assegnazione delle frequenze digitali.

Noi siamo dentro un consorzio e dovremmo partire non con una sperimentazione ma con il segnale definitivo, con il segnale DAB che renderà Radio Fresh un’emittente regionale. Questo comporta alcune modifiche nel nostro piano editoriale, anche se rimarremo sempre radicati sul territorio dell’appenino bolognese, quindi tutta la provincia a sud di Bologna. Cambierà il pubblico di riferimento che non sarà più solo quello di chi transita tra Bologna e Firenze ma comprenderà tutta la platea regionale, con tutti i riscontri e le necessità del caso.

Quali erano le sfide principali dei primi tempi e quali quelle di oggi? Cos’è cambiato?

emanuele fabbri radio freshSembra passata un’eternità dai primi problemi, da quando volevamo consolidarci con il segnale fm. Le cose vanno molto veloci e bisogna sempre farsi trovare pronti per nuove sfide. A partire dal punto di vista economico, sfide di un certo calibro comportano investimenti importanti, che possono essere sostenuti solo se in precedenza si è lavorato bene e ci si è consolidati anche sul mercato locale. Noi siamo riusciti a fare i nostri passi perché dal nostro pubblico e i nostri clienti abbiamo sempre ricevuto stima e segnali di incoraggiamento.

La pianificazione delle campagne pubblicitarie procede bene e questo ci consente di progredire. Se non fosse così sarebbe difficile pensare di ingrandirsi, fare acquisizioni importanti o anche solo cambiare la sede che abbiamo ultimato due anni fa. È stata un’opera importante anche dal punto di vista dell’infrastruttura, perché una sede nuova comporta sfide e uscite economiche importanti. Tutto questo riusciamo a farlo perché i nostri clienti ci danno fiducia, quindi vuol dire che il progetto Radio Fresh piace.

Da quando è iniziata la collaborazione con Consulenza Radiofonica, quali sono stati i suggerimenti e le modifiche che hanno reso Radio Fresh una radio performante?

alfredo porcaro a radio freshConsulenza Radiofonica è stata da subito molto importante. Collaboriamo dal 2017, in una prima fase c’erano problemi più piccoli da risolvere: correggere l’archivio musicale, il clock, il palinsesto. Poi ricordo che abbiamo rifatto il sito internet ed altre cose, una serie di passi che erano facili e ben interpretabili. Nel corso degli anni le sfide sono cambiate, abbiamo aggiunto nuovi programmi, ideato format, abbiamo incrementato l’organico che andava formato prima di poter andare in onda. Lo staff di Radio Fresh è composto da persone perlopiù neofite, cioè che hanno iniziato a fare radio con noi. Perciò abbiamo creato, insieme a Consulenza Radiofonica, un sistema per aiutare chi inizia un nuovo programma ad avere una formazione.

Quello che dico sempre a chi me lo chiede è che la cosa che mi piace di più di Consulenza Radiofonica è la possibilità di proporre un progetto e da qui farlo diventare prima realtà e poi soprattutto metterlo in pratica e seguirlo nella sua evoluzione. Non è una cosa da poco perché molto spesso la consulenza si limita a dire: ok c’è questo problema, risolvilo così. Invece ci vorrebbe qualcuno che ti desse una mano non solo nell’individuazione del problema ma anche nel portalo alla soluzione. Con Consulenza Radiofonica molte volte siamo riusciti ad individuare problemi e poi risolverli, oppure abbiamo creato un format partendo proprio da un’idea interessante.

Ciò è possibile solo quando si instaura un rapporto di fiducia con il consulente radiofonico…

Assolutamente, questo è importante e la fiducia si basa anche sul fatto che i riscontri e le esperienze pregresse hanno portato buoni risultati. Una delle novità del palinsesto estivo di Radio Fresh che spero si confermerà anche il prossimo autunno è quello di Disco Memories. Siamo andati a ricercare delle vecchie registrazioni di serate in discoteca degli anni ’70, ’80 e ’90, quando nella nostra zona era il periodo d’oro delle discoteche. C’erano tantissimi locali importanti che hanno fatto la storia e che erano conosciuti anche al di fuori del nostro territorio.

Il nostro lavoro è stato quello di trovare il materiale, ma quello che abbiamo fatto con Consulenza Radiofonica è stato studiare un format che potesse valorizzare queste registrazioni, che banalmente sono delle audio cassette spesso rimaste per oltre vent’anni nella cantina di qualcuno. Poi ci siamo chiesti come valorizzarle, non potevamo semplicemente digitalizzarle e metterle in onda, bisogna creare un contesto e promuovere la cosa prima per ricevere il materiale di chi gentilmente me l’ha prestato, e poi per far sì che si potesse confezionare questo appuntamento che sta andando in onda da giugno con ottimi risultati.

I numeri sono importanti, ma nel percorso quanto ti sei basato sui dati e quanto invece hai mantenuto uno sguardo d’insieme o preso decisioni che potevano sembrare rischiose?

Credo che le radio territoriali come Radio Fresh possano avere più possibilità di rischiare, magari in contesti più grandi e con un pubblico più vasto diventa difficile. Nel nostro caso, facendo riferimento ai numeri abbiamo fatto parte dell’indagine di TER, abbiamo analizzato e studiato i dati quando ma non possiamo basarci solo su quei dati perché il nostro campione di pubblico è un po’ piccolo e quindi sono dati altalenanti. Ci sono invece dati più affidabili ad esempio quelli dello streaming, gli accessi al nostro sito, le visualizzazioni delle nostre pagine social, tutti numeri che danno un’idea se una cosa sta funzionando oppure no. Sono dati marginali ma danno sempre un’immagine, seppur parziale, di qualcosa che può funzionare.

Com’è cambiata la percezione di Radio Fresh sul territorio da parte del pubblico?

sede di radio freshSin dall’inizio abbiamo studiato se la cosa potesse funzionare e piacere. Avevamo una buona certezza che c’era voglia di una radio di questo tipo, cioè fatta di persone e programmi. Siamo circa trenta nel nostro staff, ci alterniamo in diretta ma siamo in tanti a venire fisicamente nel nostro studio a fare i programmi e questo secondo me è fondamentale anche per una radio piccola. È una sfida difficile ma è la chiave di volta. Sapevamo che poteva andare bene ma l’abbiamo scoperto davvero anno dopo anno, anche perché come mi hanno sempre detto “la radio è un mezzo lento”, ha bisogno dei suoi tempi per potersi consolidare.

L’ascoltatore che è affezionato ad una radio da molti anni aspetta un po’ prima di cambiarla. Poi però quando la cambia e ad esempio Radio Fresh viene scelta tra quelle tre o quattro emittenti che un ascoltatore può realisticamente ascoltare nell’arco della giornata, dopo è difficile uscire da quella cerchia. Ci vuole tempo e i primi anni sono stati un salto nel buio, ma i riscontri e la fiducia li abbiamo ottenuti sin da subito.

Cosa consiglieresti a un editore che sta cominciando l’avventura in radio e si trova nella tua stessa posizione di qualche anno fa?

Di tenere duro e di essere certo delle proprie convinzioni. Io ho cambiato idea molte volte, ho fatte tante retromarce su alcuni diktat che mi ero imposto. Solo gli stupidi non cambiano idea, però se uno ha una percezione su qualcosa che secondo lui può funzionare bisogna tenere duro e andare avanti, anche quando magari ci sono segnali che potrebbero farti tentennare. Alla fine è il tempo che ti dà ragione. A volte si parte con un progetto che potrebbe avere riscontri e poi dopo poco si lascia perdere pensando di non avercela fatta. Come dicevo la radio è un mezzo lento quindi bisogna perseverare, andare avanti per la propria strada e lavorare più sodo per cercare di velocizzare le cose, però ci vuole tempo e bisogna essere maturi e consolidati.

Quali sono i prossimi step di Radio Fresh?

Il prossimo step saranno il dab, per cui siamo in fase di definizione e dobbiamo aspettare i tempi burocratici. Credo che la fine del 2024 e soprattutto il 2025 sarà l’anno del dab. Per noi sarà un investimento importante e sarà anche la scoperta di un nuovo pubblico che dovremo coinvolgere, stuzzicare e convincere. Sarà bello capire se in un territorio dove ci conoscono meno o addirittura non ci conoscono proprio riusciremo a ritagliarci la nostra fetta di pubblico. Quindi gli obiettivi sono prima approdare nel dab e poi cercare di ritagliarci il nostro spazio.

 

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Scritto da: Elisabetta De Falco

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