Gli speaker…tutti famosi, tutti protagonisti con un microfono davanti, tutti alla ribalta su un palco.
Ed invece no c’e; uno speaker che ha una (bella) doppia vita; la prima da protagonista come figura pubblica dell’emittente dove lavora. L’altra come persona impegnata nel sociale: distribuisce pasti caldi a chi vive per strada.
E’ un amico di Consulenza Radiofonica ma preferisce rimanere nell’anonimato. E sinceramente a me come a tutti i ragazzi dello staff questa cosa ha colpito ed anche molto: “ma come sei sempre al centro dell’attenzione e non vuoi rivelare quello che fai di concreto per gli altri?”
Risposta categorica: “Non lo faccio per apparire o avere riconoscenza, mi fa stare bene lo faccio solo per me stesso”
Questo ragazzo lo chiameremo Bruno, nome di pura fantasia, lavora come conduttore per uno dei più grandi gruppi radiofonici del nostro paese, ha più di 25 anni ma meno di 40, nato nel nord Italia ma cresciuto al sud. Ha cominciato la sua carriera a 15 anni in una web radio come tanti di noi. Ogni settimana si occupa di volontariato: aiuta i più deboli ed i meno fortunati, distribuendo da mangiare.
Ma come ha cominciato il nostro Bruno?
Il tutto nasce da dentro, dall’esigenza di fare qualcosa di buono per gli altri. La differenza non è stata “voglio fare qualcosa per gli altri ma faccio ORA qualcosa per gli altri”. E’ stata una cosa diretta, una decisione fulminea che mi è scattata dentro. Mi sono subito messo in contatto con gruppo che si occupa di distribuzione di pasti caldi, alimenti e vestiario soprattutto in zone fortemente disagiate delle grandi città. Come le stazioni, zone che anche io evitavo perché ritenevo estremamente pericolose. Poi impari a conoscere il tessuto sociale che c’è all’interno di queste situazioni: una vera e propria città dentro la città.
Come hai reagito la prima volta che hai distribuito questi pasti caldi?
Mi sono impressionato, ero senza fiato. Ma la vera sensazione forte è stata nel constatare la grande dignità che queste persone continuano a portare alta nonostante gli imprevisti che la vita gli ha riservato. Piccoli dettagli che ti ricordano sempre che sei al cospetto di individui come te: conservano gusti, identità, scelte. Pensate veramente che solo perché sono “poveri” accettano tutto quello che gli viene dato? Non è come lanciare del cibo ai piranha. Sono persone che oggi hanno voglia di qualcosa, domani di altro. Molte volte sono individui che a loro volta raccolgono del cibo da portare ad altri ancora che, casomai, non possono essere li in quel preciso momento. L’idea del clochard che arraffa tutto quello che trova, personalmente non la vedo più da tempo.
Quale scena ti ha toccato il cuore in questo tuo prodigarsi per gli altri?
(Bruno ha il tono spezzato dalla commozione) Sicuramente tenere da parte delle pizze per due bambini di 4 e 5 anni che vivevano in macchina con i genitori. Li vedevo giocare sul marciapiede con l’indifferenza e l’innocenza che solo un bambino può avere. Quella era la loro “camera dei giochi”
Questa parte “nascosta” della tua vita come ti arricchisce professionalmente da personaggio radiofonico?
Non credo ci debba essere per forza una connessione anzi. L’idea che si ha delle persone che fanno il mio lavoro è che di solito sono frivole, superficiali e che pensa solo al divertimento; non è assolutamente così. Ciò che più mi arricchisce è sicuramente preservare questo segreto: lo lascio solo per me. Personalmente invito tutti fare di più e dimostrare di meno, le cose belle e giuste si possono fare anche anche senza esibizionismo. Credo che un gesto di solidarietà perda di significato nel momento in cui lo metti in piazza. Se ti fai una foto e la posti su Instagram dicendo “ho regalato il mio cappotto a chi ne aveva veramente bisogno” automaticamente il tuo gesto viene annullato dalla tua fame di affermazione, dalla tua voglia di sentirti accettato. Io non lo devo dimostrare a nessuno.
Bruno è un ragazzo come pochi che non aspetta il giorno di Natale per fare della beneficenza o aiutare che è stato meno fortunato di noi. Ed io a mia volta sono fortunato ad averti tra i miei amici ed un po’ ti invidio perché non so essere come te. Ti voglio bene e questo lo sai anche se ci vediamo poco.
Intervista a cura di Alfredo Porcaro per Consulenza Radiofonica – La Professionalità On Air