Inauguriamo una nuova rubrica su queste pagine nell’ambito della collaborazione intrapresa da Consulenza Radiofonica con Consultmedia, prima struttura italiana di competenze a più livelli in ambito mediatico.
L’appuntamento periodico riguarderà le problematiche tipiche del settore radiotelevisivo. Senza avere la pretesa di approfondire argomenti che per loro natura necessitano confronti tecnici estesi, Consulenza Radiofonica valuterà la sottoposizione di spunti di riflessione giuridico-amministrativa che saranno trattati dall’avvocato Massimo Lualdi, partner cofondatore di MCL Avvocati Associati, law firm specializzata in diritto delle comunicazioni che gestisce in maniera esclusiva l’Area Affari legali di Consultmedia.
L’argomento di apertura riguarda gli errori legali più comuni che compiono le emittenti radiofoniche ed i loro editori.
“Senza dubbio il più frequente è quello di sottovalutare l’importanza di regolarizzare lo sfruttamento della musica.
Nel 2017 è incomprensibile ed ingiustificabile la ritrosia a riconoscere che l’autore ed il produttore discografico vantino dei diritti (rispettivamente d’autore e connesso al diritto d’autore) il cui pagamento l’emittente che ne utilizza la produzione musicale ha l’obbligo di assolvere.
Sono diritti applicati in forza di norme chiare e definite: non è in quindi mai in discussione il se (si deve pagare), ma al limite, il quanto. Ecco, su questo punto è giusto verificare i corrispettivi richiesti ed eventualmente attuare confronti con gli enti esponenziali; ma sempre sulla base del presupposto che i diritti citati vanno riconosciuti.
Il caso specifico.
I rischi di un utilizzo di brani musicali tutelati senza licenze sono rilevanti ed irrazionali, avendo riflessi di natura civile e penale. Proprio nei giorni scorsi si è rivolta a MCL Avvocati Associati, per valutare l’opportunità di una tutela specialistica in un giudizio di ultimo grado, un’emittente del sud Italia che in occasione di un’ispezione della Guardia di Finanza nei 2002 fu trovata priva dei titoli legittimanti l’utilizzo di migliaia di file musicali domiciliati nel pc della messa in onda. La sanzione applica fu sanguinosa: oltre 230.000 euro che, a seguito di 2 gradi processuali all’esito dei quali l’emittente risultò soccombente e degli interessi maturati in 15 anni era lievitata fino a quasi 600.000 euro. Tutto ciò per non corrispondere qualche centinaio di euro al mese tra diritto d’autore e diritti connessi… Non è un caso isolato, si noti bene; magari estremo, ma non così raro come si potrebbe pensare.
Il fatto di non generare reddito o di produrlo in quote irrisorie, non giustifica mai il mancato riconoscimento del dovuto agli aventi diritto. Diffondere musica senza licenze rilasciate dalle rappresentanze degli editori e dei fonografici è una follia. E l’imprenditore non è mai un pazzo; magari è visionario, ma folle mai.”
Avv. Massimo Lualdi per Consulenza Radiofonica La Professionalità On Air