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Dal cinema alla radio…e viceversa

today21 Ottobre 2022

Sfondo

Tanti sono stati, nella storia della radiofonia, i personaggi che dal mondo del cinema hanno poi indirizzato la propria carriera verso il mezzo radiofonico…o viceversa. I due media, seppure apparentemente diversi, si sono molti intersecati fra loro nei decenni, a partire dalla loro primissima origine; ed hanno visto, pertanto, numerosi attori e registi cinematografici diventare poi autori o conduttori radiofonici, così come al contrario personaggi della radio diventare attori di pellicole. I punti di convergenza e di contatto, per non parlare delle numerose influenze, tra i due media in questione hanno permesso la creazione di certe personalità cosiddette ‘trasversali’ ai vari media. Ne esamineremo tre fra le più rilevanti.

Alberto Sordi

Nella seconda metà degli anni Quaranta Alberto Sordi, escluso dai corsi della Filodrammatica per via del suo accento “troppo romano”, esordisce alla radio con un programma “Oplà” e subito dopo con “Il Rosso e Il Nero”, primo varietà radiofonico di successo. Nasce qui uno dei primi personaggi del popolato mondo delle caricature inventate da Sordi, il petulante e balbuziente ‘Signor Dice‘. La vera popolarità radiofonica arriva però nel 1948 con “Vi parla Alberto Sordi”, trasmesso sulla Rete Rossa fino al marzo del 1950 in prima serata.

Partono dalla radio anche altri personaggi interpretati da Sordi, come l’indimenticabile Mario Pio, il Compagnuccio della parrocchietta (che Vittorio De Sica nel 1951 volle portare al cinema) e Il conte Claro, un nobile decaduto che declamava con voce chioccia “Buongiorno a tutti. Questo è il mio motto: buongiorno! Null’altri che buongiorno! Comprendi l’importanza?”. Grazie a lui Sordi, nel 1949 e nel ’50, fu premiato con la ‘Maschera d’argento’ per la migliore interpretazione radiofonica.

Alberto Sordi

L’esperienza radiofonica di Sordi si conclude con “Il teatrino di Alberto Sordi”, un programma ricco di sketch, in onda sul Secondo Programma. Durò pochi mesi perché ormai Sordi era diventato l’oggetto del desiderio di molti dei maggiori registi cinematografici italiani, a cominciare da Federico Fellini.

La riconoscenza nei confronti della sorella maggiore della tv, però, riportò Alberto Sordi negli studi radiofonici a Roma alla fine degli anni Sessanta con il programma “Radio Due Gran Varietà” (1966 – 1979). Fu l’occasione per riproporre i suoi personaggi più famosi, Mario Pio e il conte Claro, contando su una spalla d’eccezione: l’attore Gianni Agus.

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Giovanni Veronesi

Veronesi, da sempre un noto regista, nel 2014 ha compiuto un importante passaggio nella sua carriera, interessandosi alla programmazione radiofonica. Per questo, mentre in quell’anno progettava la sua prossima pellicola “Non è un paese per giovani”, il regista sarebbe diventato anche conduttore radiofonico assieme a Massimo Cervelli. Si trattava di un nuovo programma di ‘Rai Radio2’ che si intitolava, ugualmente al film in uscita, “L’Italia non è un paese per giovani”, e che andava in onda dalle 8 alle 10  del mattino.

Così il regista, assieme a Massimo Cervelli, ogni mattina dava il buongiorno a tutti quei ragazzi che avevano lasciato l’Italia per cercare fortuna all’estero, cercando di capire i motivi di questa “fuga di cervelli”. La scelta del titolo “Non è un paese per giovani” da parte di Veronesi non era casuale: dalla radio al cinema, il regista ha scelto di intitolare così anche il suo film, dedicato proprio ai giovani che hanno abbandonato il Paese in cerca di una vita professionale migliore.Giovanni Veronesi

“Non è un paese per giovani” però, era anche molto altro: i conduttori davano al pubblico una “sveglia” poetica, grazie a Sergio Rubini che è stato “cantore” di poesie inedite, rigorosamente in barese. Ogni settimana, poi, Veronesi e Cervelli entravano nella vita di personaggi famosi e li scortavano in imprese ordinarie e straordinarie. A commentare le varie notizie, poi, c’erano ospiti in studio e al telefono: da Fiorello a Violante Placido, da Francesco De Gregori ad Alessandro Haber.

Oggi il programma è condotto dal mitico Massimo Cervelli assieme, però, a Tommaso Labate.

Fabio Volo

La storia di Fabio Bonetti, ovvero Fabio Volo, nato a Calcinate, in provincia di Bergamo, nel 1972, comincia come cantante. O meglio, come Fabio si presenta quale interprete di brani ‘dance’ (siamo nel 1994-1995), uno dei quali si intitola “Volo”. È  così che nasce il suo cognome. Ed è ancora la sua voce, con il piglio ironico e familiare che la caratterizza, a condurlo nell’avventura che cambierà la sua vita: nel 1996 diventa la star, il volto nuovo, o meglio la voce nuova, di ‘Radio Capital’ di Claudio Cecchetto. Da quel momento, la carriera di Fabio Volo è un successo dopo l’altro. Dal 1998 conduce tre edizioni della trasmissione “Le Iene” su Italia 1 con Simona Ventura e Andrea Pellizzari, fino al 2001.

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Intanto, nel 2000 dà il via su ‘Radio Deejay’ alla trasmissione — tuttora on air — “Il Volo del mattino”: un contenitore quotidiano in onda dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 10. Nel programma, oltre alla musica, si parla un po’ di tutto: costume, personaggi, tendenze. Ma nel 2000 succede anche un’altra cosa: Fabio Volo pubblica il suo primo libro “Esco a fare due passi” e vende oltre 300 mila copie

.Fabio Volo

I libri di Fabio Volo sono arrivati a vendere, in pochi anni, cinque milioni di copie. Un’altra carriera parallela di Volo è quella di attore: al cinema debutta nel 2002 in “Casomai” di Alessandro D’Alatri, ed è protagonista insieme a Stefania Rocca. Nel 2003 è a teatro, dove interpreta lo spettacolo di Silvano Agosti “Il mare è tornato tranquillo” con musiche di Ennio Morricone. Torna poi al cinema ancora con la regia di D’Alatri, che lo vuole protagonista nel film “La febbre” del 2005, e prosegue con molti altri film fino al più recente “Un paese quasi perfetto” del 2016, diretto da Massimo Gaudioso. Non si contano intanto le sue conduzioni e trasmissioni televisive , tra cui la serie “Untraditional”, una sit-com ideata dallo stesso Volo, da lui interpretata con la moglie Johanna Hauksdottir, e con le partecipazioni  di personalità del calibro di Quentin Tarantino.

 

 

 

Scritto da: Alice Antico

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