Ve la ricordate la radio di una volta? Quella fatta da singoli speaker che parlavano al microfono, lanciavano le hit musicali, leggevano dediche e messaggi e magari raccontavano i fatti propri? Oggi le radio, in particolare i grandi network, prediligono la conduzione in coppia. Si assiste sempre di più alla presenza di due o più persone davanti al microfono che si rimbalzano gli argomenti, si spalleggiano o danno vita a salotti radiofonici che cercano di ricreare l’atmosfera conviviale che si respira tra amici.
Molti dei programmi a due voci sono diventati veri e propri cult della radiofonia proprio grazie a coloro che hanno saputo personalizzare le trasmissioni creando un legame unico e duraturo nel tempo. Dal connubio storico di Arbore e Boncompagni passando per Fiorello e Marco Baldini, Albertino e Giuseppe, fino ad arrivare ai super classici Linus e Nicola Savino. Sono solo alcuni nomi delle coppie radiofoniche che sono rimaste nella memoria di tutti. Le loro differenti personalità, la capacità di contrapporre le domande giuste alle risposte azzeccate sugli argomenti più disparati, il dibattito e talvolta l’attrito, hanno reso vivi e indelebili i loro programmi.
Ma se a sentire i mostri sacri della radiofonia italiana sembrerebbe tutto facile, la realtà è ben diversa. La conduzione in due non è da tutti. La scelta degli speaker non è casuale, ma frutto di uno studio sulle peculiarità dei singoli soggetti e talvolta di una combinazione rischiosa, che può svelarsi soltanto durante la diretta.
Le caratteristiche della conduzione in coppia
È banale cercare di decretare se sia più difficile la conduzione in solitaria o in coppia. La risposta è semplice e complessa allo stesso tempo: dipende. Entrambe le modalità di conduzione hanno pro e contro, possono cambiare radicalmente “l’aspetto” di un format ma certamente hanno lo stesso peso di responsabilità nella buona riuscita di una trasmissione.
Saper gestire un talk da soli significa avere bene in mente ciò che si vuole dire, avere padronanza dei tempi ed essere a capo di tutti gli aspetti che servono per fare un intervento dinamico, mai scontato, in una parola: efficace. Condurre in coppia è uno scambio di energia, ci si dà la carica a vicenda, perciò è importante lasciare i propri problemi fuori dal microfono e lasciarsi contagiare positivamente dal proprio partner. Essere in due può voler dire anche avere accanto una scialuppa di salvataggio, perché l’altra persona può venire in soccorso nel momento in cui non si sa più cosa dire, o magari si dice una cosa sbagliata e l’errore diventa uno spunto per poterci scherzare su e trasformarlo in una gag.
Questione di feeling
Primo requisito fondamentale è l’affiatamento tra i conduttori, essere in sintonia. Non è necessario conoscersi approfonditamente o essere amici anche fuori dalla diretta. Anzi, spesso la diversità è il punto di partenza per creare un’alchimia particolare che si trasmette anche nell’etere. La coppia radiofonica può essere formata da uomo e donna, due uomini o due donne, due persone di età molto diverse o addirittura timbri di voce e personalità opposte. Spesso i contrasti possono rivelarsi un’arma vincente, ma bisogna stare sempre attenti a trovare la giusta formula che consenta di creare un equilibrio gradevole all’orecchio degli ascoltatori. D’altra parte, conoscersi a fondo o stimarsi reciprocamente consente di rafforzare quell’affiatamento che in studio si riconosce soprattutto dal fatto che ci si capisce con un cenno, uno sguardo, che uno speaker sa quando completare la frase dell’altro o tacere e lasciare spazio. Insomma, questione di feeling.
Evitare di commettere errori
Nel caso in cui due conduttori siano da poco tempo uno accanto all’altro, come fare per capire quali sono i tempi giusti? Semplice, bisogna parlarsi, mettersi d’accordo le prime volte su come portare avanti un talk, quale tono attribuirgli, decidere chi apre l’intervento e chi chiude. Questo è fondamentale perché permette di evitare il grande errore di parlarsi sopra o di ripetere ciò che l’altro ha già detto. Quest’ultimo aspetto può sembrare che riguardi solo gli addetti ai lavori, in realtà il pubblico percepisce benissimo quando uno dei conduttori prevarica l’altro, cerca di mettersi in competizione o semplicemente pensa di poter gestire tutto da solo. Il risultato è una grande confusione e un senso di fastidio in chi ascolta.
Per i novelli speaker è molto utile avere al proprio fianco un conduttore di lunga esperienza. Come in tanti altri ambiti, è bene “rubare” i trucchi del mestiere, osservare lo stile di conduzione facendo proprie le regole di base e creando poi un proprio stile. Stessa cosa vale per i “vecchi” conduttori, che con una risorsa giovane accanto hanno la possibilità di aggiornarsi, di avvicinarsi ad un pubblico diverso e di non adagiarsi alla solita maniera di fare radio.
Definire i ruoli nella conduzione in coppia
In tutto questo è importante definire i ruoli tra i due soggetti, decidere se stabilire un rapporto paritario o se attribuire ad uno dei due la guida della conduzione mentre l’altro assiste, facendo da spalla. Nel primo caso vale ancor più la regola dell’equilibrio. Per non sbagliare, è utile avere il clock davanti agli occhi e stabilire in maniera bilanciata l’apertura e la chiusura di ciascun talk. Nel secondo caso, è importante che il conduttore principale abbia un approccio da leader che, ricordiamo, non significa essere logorroico e prevalere sul partner, ma dirigere sapientemente l’intervento come un maestro d’orchestra.
Il ruolo della spalla non deve essere sottovalutato poiché è importante tanto quanto quello del conduttore principale. Le coppie di presentatori storici, non soltanto radiofonici ma anche televisivi, sono quelle che hanno saputo completarsi a vicenda amalgamando sapientemente i diversi ruoli e mettendo a punto un’interazione equilibrata in base alla personalità dei due soggetti.
Correggere il tiro
Dall’air-check non si scappa. Step imprescindibile per capire quali sono gli elementi positivi e negativi di un programma, se c’è qualcosa che stona nella conduzione o se valorizzare quello che di buono si sta facendo, la pratica di riascoltare ciò che è andato in onda non va mai trascurata. È un esercizio utile per tutti gli speaker, di nuova o vecchia scuola, attraverso il quale affilare il proprio spirito critico e fare squadra per un obiettivo comune. È anche il momento giusto, nel caso della conduzione di coppia, per confrontarsi e capire le difficoltà o esigenze del partner, in modo da costruire un progetto radiofonico di valore.
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