Come le Radio Oldies stanno cambiando

I mutamenti tecnologici e sociali hanno influito pesantemente sulle nostre vite e sui nostri lavori, ma ci sono dimensioni – come quelle delle Radio Oldies – che hanno dovuto ridefinire così tanto il contesto da chiedersi se la propria identità fosse ancora così forte In funzione dei tempi. Di fatto, nel corso degli anni, questi mutamenti hanno permesso ad alcuni formati di elevarsi, ad altri di cambiare e ad altri ancora di sparire per sempre, in quanto non corrispondevano più alle esigenze di mercato. E appunto, dove possiamo inserire (oggi) le Radio Oldies?

Che cosa sono le Radio Oldies?

Le Radio Oldies sono quei formati in cui viene dato ampio spazio a brani di successo degli anni Cinquanta e Sessanta, come Elvis Presley, Beach Boys, Beatles, Sam Cooke, Simon & Garfunkel, Wilson Pickett, Chuck Berry, i Monkees, James Brown, i Mamas & Papas, Frank Sinatra e Perry Como. Inizialmente, queste radio erano facilmente riconoscibili proprio perché la loro autorevolezza passava per le proprie sonorità, con poco spazio alle voce dell’emittente: al centro c’era sempre la musica. Oggi però non è così, e lo vedremo tra poco.

Cosa sta succedendo nel mercato radiofonico?

Il mercato radiofonico è cambiato in maniera impressionante, figlio soprattutto dell’esondazione delle piattaforme streaming audio e delle potenzialità dei social media. La radio – per quanto in grado di adattarsi a ogni contesto storico – è stata travolta da questa onda: il problema non è tanto nella capacità del mezzo di riuscire a creare una diga attorno questa inondazione, quanto nell’errore degli addetti ai lavori di aver sottovalutato il cambiamento che sarebbe avanzato in maniera inesorabile.

Questo oggi ha comportato una serie di mutamenti che, attualmente, la radio si trova a rincorrere, mentre avrebbe potuto benissimo anticiparli, se appunto ci fosse stata maggiore umiltà e presa di coscienza da chi occupa(va) posti decisionali. A descrivere l’attuale contesto lavorativo ci ha pensato il The Spoken Word Audio Report 2023, che ha identificato la dimensione moderna di chi lavora con la voce (radio e/o podcast che siano).

Ciò che è stato dimostrato è la completa dipendenza dei vari mezzi ai cambiamenti tecnologici, sociali, culturali e demografici: nessuno strumento di comunicazione audio può dirsi indipendente da tutto questo, ma viene comunque influenzato. Ad esempio negli Stati Uniti d’America lo smartphone è risultato il mezzo più usato dalle persone per ascoltare il parlato, anche più del ricevitore AM/FM (39% contro il 35%). Inoltre la tendenza del parlato sta sempre più crescendo tra gli ascoltatori, visto che molti cercano soluzioni in cui si va oltre il semplice minuto di speakeraggio. Mentre il comportamento di ascolto musicale resta quello registrato negli ultimi anni: meglio la musica streaming, disponibile immediatamente e con un semplice tap da smartphone.

Cosa sta succedendo alle Radio Oldies?

Il contesto radiofonico è fortemente condizionato da determinate evoluzioni, eppure non tutti i formati radiofonici stanno subendo la stessa violenta onda. Mentre alcuni prodotti riescono a cavalcare le onde della novità, altri invece devono ancora imparare a nuotare, o comunque a trovare una nuova collocazione in questo mare in tempesta.

Ancora oggi le Radio Oldies continuano a notare nell’acqua, ma hanno dovuto intraprendere un lavoro profondo per restare a galla. L’identità di questo formato è stato messo a dura prova proprio da quelle evoluzioni che stanno determinando mutamenti importanti su tantissimi fronti. Perciò, nonostante le operazioni di riassetto siano state tardive, alla fine qualcosa anche la Radio Oldies la sta cambiando.

A cominciare dall’assetto principale, la musica. Nel corso del tempo, il formato anni Cinquanta e Sessanta è stato sempre più frammentato, coinvolgendo altre decadi e creando nuovi formati, come le Classic Hits, che riguardano brani anni Settanta e Ottanta. Tuttavia, più il tempo scorre, più il concetto di Oldies ingloberà anche altre fasce temporali, come gli anni Novanta.

Un principio che pone un concetto basilare: questo formato radiofonico dipendente fortemente dal tempo e dalle preferenze del pubblico che si trova diviso in due, tra chi anagraficamente ama quella musica perché l’ha vissuta e chi invece prova la nostalgia di chi quei tempi non li ha mai visti, e prova a riviverli ascoltando quei determinati brani.

Ciò comporta l’esigenza di modellare una linea editoriale che tenga conto dei cambiamenti futuri: una decisione molto difficile, in quanto non è semplice aggiornare contenuti e sonorità del passato, altrimenti c’è il rischio di snaturare completamente la natura del format. Onde evitare di procedere con questa opzione, molte stazioni radiofoniche hanno scelto di dare ampio spazio alla ricerca di brani Oldies meno celebri, ma comunque identificativi del periodo storico in questione, creando così un’emozione di stupore: in breve, ti faccio scoprire una novità del passato.

Infine altre aziende hanno optato per aumentare il tempo del parlato dei conduttori, permettendo loro di arricchire la proposta radiofonica utilizzando i talk come salotti di informazione in cui condividere elementi, concetti e curiosità relative ai tempi specifici dei brani irradiati. Vale a dire, un viaggio nel tempo nel passato alla scoperta di qualcosa che ancora oggi ancora non sappiamo.

Tutto ciò, oggi, sta permettendo alle Radio Oldies di vivere una seconda vita, assorbendo i canoni principali diffusi dalle nuove tecnologie: verticalità, creazione di comunità specifiche, approfondimenti e curiosità. Tutto ciò senza abbandonare la propria dimensione.

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