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Divano-time: gli ascolti radiofonici con l’emergenza coronavirus

Potremmo rinominarla così la radio della nostra immaginazione, una radio che si ascolta senza un voltante tra le mani, imprecazioni al semaforo; senza acceleratore. È una radio soft per questo, perché si ascolta sul divano. Grazie alla tecnologia il lockdown radiofonico ha sofferto meno di quanto poteva soffrire. Quindi computer, smartphone, smart speaker hanno permesso alla radio di farsi ascoltare ugualmente. Allora se a calare è stato il classico ascolto in auto, a prendere le redini della ragione ci ha pensato quello casalingo. Una situazione ribaltata da un fattore raro della nostra esistenza.

Covid-19
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Un calcio al coronavirus: le radio sportive in emergenza

Dopo quello delle grandi guerre mondiali nessun altro periodo è stato così difficile. Per questioni ambientali, certo, ma anche economiche. E proprio come accadeva durante i conflitti bellici la radio fa la sua parte entrando nelle case di tutti. Anche di chi la fa, la radio. In questo senso il coronavirus ha svuotato gli studi e gli stadi, ma le emittenti calcistiche continuano a trasmettere ogni giorno. Roma e Lazio, per esempio, sono le squadre di serie A più chiacchierate in termini di radio private allineate alle misure di prevenzione della diffusione del contagio.

Informazioni sul coronavirus consumatori
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Tutti infor(n)ati: col coronavirus siamo diventati perfetti consumatori

Così gli italiani hanno infornato dolci come mai prima, con la dieta alimentare sostituita da quella dell’informazione. Uno studio ha dimostrato che la dieta dell’informazione ha chiamato a raccolta una fetta significativa di casi rappresentativi della nostra nazione. Ha chiesto loro quant’è cambiata l’abitudine e l’ha quantificata in un atteso 85,6% del campione. Interessante notare come il maggiore cambiamento sia stato quello delle relazioni, anche se è nell’ambito dell’informazione che si registra la svolta.

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